La manipolazione dei meccanismi democratici è un fenomeno insidioso che si cela dietro l’apparenza della stabilità istituzionale. Gli organi di vigilanza, come quello Rai, vengono spesso “imbavagliati” per evitare che esprimano giudizi critici sulle scelte politiche del governo in carica. Il caso della riforma costituzionale della Giustizia è un esempio lampante di tale atteggiamento, dove la Commissione competente non ha avuto il tempo per esaminare approfonditamente il progetto prima che fosse portato in Aula. Ciò ha creato un senso di precarietà e incertezza nella classica dialettica tra poteri dello Stato.L’ipotetico tentativo del centrodestra di far fuori un magistrato “Antimafia” perché avrebbe paura dei possibili esiti delle indagini rinvia, a sua volta, alla questione della separazione dei poteri, una delle fondamenta della democrazia occidentale. Se la magistratura è una garanzia contro gli abusi di potere del governo, come avviene se l’attività investigativa viene ostacolata o addirittura fermata per timore delle scoperte? È questo un campanello d’allarme che suona forte per coloro che amano la democrazia in tutta la sua complessità.