La provincia di Isernia si trova in una posizione delicata a causa della sua forte dipendenza dalle esportazioni verso gli Stati Uniti, che rappresentano il 16% del suo fatturato complessivo. Ciò la colloca tra le prime dieci province più esposte al mercato americano. I settori trainanti dell’economia isernina sono quello chimico e affini, seguito da alimentari e bevande.Questo dato diventa particolarmente preoccupante alla luce delle minacce di imposizione di nuovi dazi commerciali da parte degli Stati Uniti. Secondo i dati di Unioncamere e Centro Studi Tagliacarne, a livello nazionale il 56% delle imprese italiane teme una riduzione immediata delle esportazioni in risposta a tali misure.Le criticità più evidenti sono l’aumento dei costi di approvvigionamento (26%) e la perdita di competitività sui beni intermedi e semilavorati (22%). Al fine di affrontare queste sfide, sette imprese su dieci hanno già intrapreso strategie di contromisura: un aumento dei prezzi (33%), la ricerca di nuovi mercati all’interno dell’Unione Europea (25%) o al di fuori degli Stati Uniti (18%).Tuttavia, il 3% delle imprese valuta lo spostamento della produzione negli Stati Uniti come una possibile opzione. Ciò riflette le difficoltà che le piccole e medie imprese (Pmi) incontrano quando devono gestire processi complessi di internazionalizzazione produttiva.La situazione in corso solleva preoccupazioni sull’economia molisana, evidenziando la necessità per i decisori politici e gli operatori economici di trovare soluzioni immediate e efficaci per mitigare gli effetti negativi delle minacce commerciali.
La provincia di Isernia in balia della crisi dei dazi americani.
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