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lunedì, 19 Maggio 2025
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La Puglia si appresta a fare la sua parte nel piano nazionale dell’ex Ilva di Taranto

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La Regione Puglia si appresta a fare la sua parte nel processo di nazionalizzazione dell’ex Ilva di Taranto, ritenendo che essere parte della compagine sociale sia un passo fondamentale per garantire una gestione sostenibile e responsabile dell’asset industriale. L’introduzione di aziende locali, come l’Acquedotto pugliese, nel nuovo capitale sarebbe estremamente importante, poiché questo permetterebbe al complesso industriale di essere guidato da una logica che è sia globale che locale. In tal modo, si potrebbero migliorare le capacità operative rispetto alle difficoltà e aumentare la coerenza delle politiche industriali adottate.Il presidente della Regione Michele Emiliano ha affermato in un’intervista pubblicata su Repubblica Bari di essere sempre stato in contatto con il ministro per le Infrastrutture ed i Trasporti, Raffaele Urso, e di essersi reso disponibile a partecipare ad eventuali audizioni presso la Camera dei deputati o presso il Consiglio dei Ministri al fine di discutere sullo stato attuale delle Ilva e sull’eventualità di una nazionalizzazione. L’ex ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, aveva proposto un piano per la salvezza del complesso industriale che prevede l’introduzione di investimenti pubblici ed il coinvolgimento di imprese locali.Per quanto riguarda le problematiche legate alla decarbonizzazione, il governatore pugliese ha ribadito la necessità di procedere con urgenza e mantenere viva la promessa del ministro Urso di completare tale processo entro i prossimi quattro anni. Inoltre, Emiliano ha invitato il governo a firmare un accordo di programma che garantisse con certezza la decarbonizzazione e a inserirlo nella programmazione dell’Autorizzazione Integrata Ambientale.La situazione occupazionale al Taranto è considerata drammatica dal governatore pugliese, in quanto l’incidente occorso all’interno della centrale, causato dall’incendio di un altoforno, ha reso complesse le trattative con la cordata azera che si era fatta avanti per acquistare il complesso industriale. L’incidente inoltre renderebbe più difficile l’acquisto e l’inizio del processo di decarbonizzazione.

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