La crisi umanitaria in Medio Oriente è raggiunta un livello critico, con due milioni di persone che affrontano una condizione di fame estrema a Gaza, due mesi dopo l’istituzione del blocco. Un dato allarmante, considerato che oltre 116mila tonnellate di cibo sono in attesa di essere smaltite al confine con Israele, che dista solo pochi minuti dal territorio palestinese.La situazione è descritta da Tedros Adhanom Ghebreyesus, il segretario generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), in occasione del suo rapporto sul 2024 presentato durante la 78^ Assemblea mondiale della sanità in corso a Ginevra.”La crisi di Gaza è un ulteriore esempio della disuguaglianza che caratterizza il mondo, dove alcuni gruppi si ritrovano sottoposti a una vera e propria aggressione da parte delle risorse economiche e umane dei loro paesi”, ha detto Ghebreyesus.”La situazione è ulteriormente aggravata dal blocco, che ha portato all’incapacità di importare cibo ed aiuti essenziali”. “Inoltre – continua il segretario generale dell’OMS – nonostante gli sforzi della comunità internazionale, i requisiti umanitari sono stati insufficienti e inaffidabili”.La situazione attuale rappresenta un pericolo immediato per la vita e la dignità dei bambini e delle donne palestinesi. “È fondamentale – sostiene Ghebreyesus – che venga garantita l’accessibilità di cibo ed aiuti essenziali alla popolazione palestinese, al fine di evitarne la morte per fame”.Per quanto riguarda i requisiti umanitari, il segretario generale dell’OMS sottolinea l’esigenza di rafforzare i canali di approvvigionamento e garantire un maggiore accesso ai paesi coinvolti nella crisi. “Per quanto riguarda la crisi umanitaria in Medio Oriente, è necessario – continua Ghebreyesus – che venga assicurato il supporto della comunità internazionale a tutti i livelli”.