La regione del Veneto è al centro dell’attenzione per quanto riguarda la produzione di soia in Italia, dove questa coltura rappresenta una delle più importanti fonti di reddito per gli agricoltori. Tuttavia, le condizioni climatiche sempre più mutevoli e la carenza di semi resistenti stanno causando preoccupazioni tra i produttori. La sindrome dello stelo verde, conseguenza dei cambiamenti climatici, sta portando a una forte riduzione della produzione di soia, con perdite fino al 40% negli ultimi anni.Il presidente dell’associazione regionale Confagricoltura del Veneto, Paolo Baretta, sottolinea che gli agricoltori stanno iniziando ad abbandonare la coltivazione della soia a favore di altre piante come il mais. La tendenza è quella di posticipare la semina fino a giugno, in attesa che l’innovazione tecnologica porti aiutare con sementi più resistenti alle condizioni climatiche estreme.La superficie coltivata a soia in Veneto sta subendo un calo del 10% ogni anno e si è attestata intorno a 120.000 ettari. Le principali aree di produzione sono Padova, Venezia e Rovigo, che insieme concentrano il 70% della superficie coltivata a soia in Veneto.Le previsioni economiche non sono positive, con i prezzi che stanno scendendo e la possibilità che la Cina possa acquistare la soia in Europa anziché negli Stati Uniti. Baretta segnala anche la difficoltà per le altre proteoleaginose come la colza e il pisello proteico, a causa della loro fragilità alle condizioni climatiche estreme.Nel frattempo, il mais sta guadagnando terreno in Veneto, con un aumento di richiesta di trinciato destinato alla produzione di energia per biogas e di granella per l’alimentazione dei bovini. Il mais bianco, ad uso alimentare per la farina da polenta, l’olio e la pasta, ha anche un buon mercato.Il Veneto è il primo produttore di mais in Italia, ma negli ultimi vent’anni ne ha perso la metà della superficie, come altre regioni top della coltura. La superficie investita in mais nella scorsa stagione è stata di oltre 120.000 ettari, con le province di Venezia, Padova, Rovigo e Verona che si dividono il 70% della superficie coltivata a mais.
La soia italiana sotto pressione: carenze climatiche e concorrenza internazionale
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