Il re Carlo III ha aperto il suo cuore in una lettera pubblica che ha fatto da modello per molte persone nel mondo, ma soprattutto per quelle afflitte dalla malattia che non ha confini: il cancro. Il sovrano britannico ha condiviso il suo viaggio di scoperta della vita e delle sue priorità aprendo gli occhi a coloro che come lui hanno dovuto lottare contro una condizione che altera profondamente la percezione del tempo, ma può anche illuminare le tenebre. Questi momenti oscuri possono essere affrontati con maggior compassione per sé stessi e verso gli altri.Nel momento in cui si scopre di aver contratto un cancro, l’esperienza è così intensa che sembra mettere in discussione la propria esistenza e i propri valori. Una sensazione di paura e disorientamento invade la persona coinvolta, ma può essere superata se ci si impegna a vivere la vita al meglio delle proprie possibilità.La malattia oncologica è un compagno di viaggio per molti che vengono colpiti dall’esperienza della guarigione. Non sempre è possibile guarire, ma chi ha già provato il gusto della speranza può essere in grado di aiutare gli altri a non sentire più la paura. Chiunque abbia avuto esperienze simili ha una missione che lo accompagna per tutta la sua vita: dare amore e cura per i propri cari, diventare un punto di riferimento per chi soffre come lui stesso.Il sovrano britannico si è posto a capofila nella lotta alla malattia per dimostrare ai propri cittadini che la vita continua anche nei momenti più duri della propria esistenza. La sua esperienza ha cambiato il suo modo di vedere il mondo e, soprattutto, la stessa vita.La lettera del re Carlo III è un messaggio che invita le persone a essere sempre pronte al meglio, in ogni momento della loro vita. Perché la propria esistenza sia vissuta al meglio deve essere sempre protetta dai propri cari e per questo i canali di solidarietà ai pazienti debbono essere costruiti con amore e speranza.