Il cuore pulsante dell’integrazione europea si rivela, oggi, attraverso la realtà dei lavoratori transfrontalieri, una componente umana e professionale di vitale importanza per il tessuto economico e sociale del nostro continente. Celebrare i trent’anni di cooperazione sindacale italo-croata, come sottolinea Michele Berti, presidente del Csir, significa non solo riconoscere un percorso di collaborazione proficuo, ma anche interrogarsi sul futuro della libertà di movimento, un principio fondante dell’Unione Europea. La sua piena realizzazione costituisce, in definitiva, il termometro che misura la genuinità dell’integrazione europea stessa.Si stima che quotidianamente, oltre diecimila persone attraversino i confini da Slovenia e Croazia verso l’Italia, contribuendo attivamente a settori cruciali dell’economia regionale. Questa mobilità lavorativa, lungi dall’essere un fenomeno marginale, rappresenta un volano per lo sviluppo, un serbatoio di competenze e un fattore di resilienza per le comunità coinvolte. Tuttavia, la sua piena efficacia è ostacolata da disomogeneità normative che richiedono un intervento urgente e concertato.L’imperativo attuale è l’armonizzazione delle legislazioni nazionali con i dettami del diritto comunitario. Quest’ultimo, infatti, già definisce in modo chiaro le responsabilità sia dei lavoratori che dei frontalieri, offrendo un quadro di riferimento che deve essere applicato uniformemente. È fondamentale superare le frammentazioni e le discrepanze che attualmente limitano la protezione e i diritti di questi lavoratori, garantendo loro accesso equo a servizi essenziali come la sanità, l’istruzione e la previdenza sociale.Al di là delle questioni meramente burocratiche, l’attenzione verso i lavoratori transfrontalieri implica una riflessione più ampia sulla natura stessa del lavoro nell’era della globalizzazione. Questi individui, spesso protagonisti di percorsi migratori complessi e di un costante adattamento a contesti culturali e professionali diversi, incarnano la sfida di costruire un’Europa più inclusiva e solidale. Riconoscere e valorizzare il contributo di questi lavoratori significa investire nel futuro dell’integrazione europea, promuovendo una cittadinanza europea più attiva e consapevole, e rafforzando i legami tra i popoli che condividono un territorio comune. L’evoluzione del mercato del lavoro, la digitalizzazione e le nuove forme di lavoro richiedono un approccio innovativo e proattivo per garantire che la mobilità transfrontaliera rimanga un motore di crescita e prosperità per tutti.
Lavoratori Transfrontalieri: Il Termometro dell’Europa Integrata
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