La Liguria si confronta con un’emergenza complessa che interseca la salute mentale minorile, il sistema giudiziario e la tutela dei diritti umani. Un numero significativo di adolescenti, superati i 14 anni, si ritrovano a condividere reparti di psichiatria per adulti, una condizione che solleva serie preoccupazioni etiche e cliniche. L’ospedale Gaslini di Genova, a seguito del raggiungimento della maggiore età dei pazienti, non può più garantire il ricovero in strutture pediatriche, generando un vuoto assistenziale che richiede un intervento urgente.Il Garante regionale per i diritti delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, Doriano Saracino, lancia un appello mirato al Gaslini affinché si attivino per la creazione di un reparto dedicato agli adolescenti compresi tra i 14 e i 16 anni. Questa soluzione non solo eviterebbe l’esposizione di giovani vulnerabili a contesti assistenziali con dinamiche più complesse e problematiche avanzate, ma faciliterebbe anche un percorso di cura più appropriato e mirato alle loro specifiche esigenze evolutive e psicologiche.L’attenzione non si limita alla salute mentale minorile; emerge la necessità di una risposta integrata che coinvolga anche i giovani autori di reato con disturbi psichiatrici. Saracino sollecita l’istituzione di comunità dedicate a questi adolescenti, affiancate da un potenziamento delle neuropsichiatrie infantili e da accordi operativi con agenzie educative che seguono i ragazzi a rischio. Il mandato del Garante, esteso oltre i confini carcerari, abbraccia ogni persona che sperimenta una limitazione della libertà personale, sottolineando l’importanza di un approccio olistico e multidimensionale.L’Assessore Regionale alla Sanità, Massimo Nicolò, evidenzia il ruolo cruciale del Garante come ponte tra le istituzioni e le fasce più fragili della popolazione, spesso marginalizzate e invisibili. Questo mandato si traduce in un monitoraggio costante delle condizioni di vita, nella promozione della tutela dei diritti e nel sostegno a percorsi di inclusione e cura, in sinergia con il sistema sanitario regionale.Un dato significativo emerge dalla relazione presentata: il numero di minori autori di reato seguiti dai servizi socio-sanitari per la giustizia minorile ha subito un decremento del 43% nel 2024, un indicatore potenzialmente positivo. Tuttavia, un elemento nuovo e preoccupante è l’inversione del rapporto tra nazionalità italiana e straniera, con un numero di minori stranieri che ha superato quello degli italiani, sollevando interrogativi sulle cause di questo fenomeno e sulla necessità di risposte mirate.Il sovraffollamento carcerario rimane una questione irrisolta. La capienza regolamentare degli istituti penitenziari liguri è inferiore al numero di detenuti presenti, una situazione che compromette la dignità delle persone detenute e le condizioni di lavoro del personale penitenziario. Una misura come un indulto per pene residue inferiori a due anni potrebbe liberare un numero considerevole di persone, alleggerendo il sistema carcerario e offrendo una prospettiva di speranza ai detenuti.Infine, i colloqui intercorsi tra il Garante e i detenuti hanno messo in luce problematiche concrete e quotidiane, come la qualità del vitto e la presenza di schermature alle finestre che impediscono la visuale e la corretta circolazione dell’aria, elementi che incidono significativamente sul benessere e sulla salute dei detenuti. Questi dettagli, apparentemente minori, testimoniano la necessità di un’attenzione costante e di un impegno concreto per garantire il rispetto della dignità umana in ogni contesto di privazione della libertà.
Liguria: Emergenza Giovani, Salute Mentale e Sovraffollamento Carcerario
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