La dignità di un essere umano non è riducibile a semplici statistiche o cifre, ma rappresenta il nucleo irrinunciabile della nostra esistenza; così ha affermato monsignor Nazzareno Marconi, vescovo di Macerata, nella celebrazione del Giubileo diocesano dei migranti, che ha riunito diverse comunità straniere e fedeli locali.Riprendendo la parola di Papa Leone XIV, che nei suoi incontri con i diplomatici sottolineò l’impegno della Chiesa in favore della verità e contro ogni forma d’indifferenza, monsignor Marconi ha ribadito il dovere di esprimere la propria posizione senza timori o compromessi. Il cristiano non può essere indifferente alle sofferenze dei fratelli.La guerra e la violenza sono le radici profonde delle migrazioni; e l’invito del vescovo è stato quello a non limitarsi all’espressione di compassione, ma ad agire concretamente per modificare il mondo che ci circonda. Questo mondo, fondato su privilegi, sprechi e su un’economia che produttività armi al posto del pane, deve essere cambiato, perché la pace non è solo frutto della giustizia, ma anche una condizione per realizzare quella giustizia.Monsignor Marconi ha evidenziato l’urgenza di riconstruire il tessuto sociale partendo dalla famiglia, che rappresenta la cellula base di una società sana e pacificata; è importante difendere ogni persona, a prescindere dallo status di cittadino o immigrato. Tutti possiamo contribuire a rendere il mondo più evangelico e umano oppure più violento e malvagio con le nostre scelte quotidiane. Oggi, sull’altare, abbiamo deponiamo il nostro impegno per il bene.
L’impegno della Chiesa: dalla compassione all’azione per un mondo più giusto
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