La visita di Stato di Emmanuel Macron nel Regno Unito, celebrata con fasti cerimoniali che evocano un passato glorioso, si configura come un atto di profonda significatività per il presente e un’indicazione di possibili traiettorie future per l’Europa. Più che una semplice formalità diplomatica, l’evento rappresenta un tentativo deliberato di riaffermare un’alleanza secolare, un’evoluzione moderna dell’Entente Cordiale del 1904, in un contesto segnato dal post-Brexit e dalle crescenti incertezze geopolitiche.L’accoglienza, culminata nel ricevimento ufficiale a Windsor da parte di Re Carlo III, sovrano noto per la sua predilezione per la cultura francofona, e della Regina Camilla, ha sancito un momento di riconciliazione e rinnovato impegno reciproco. L’evento si svolge a distanza di pochi mesi dall’accordo di divorzio tra Regno Unito e Unione Europea, firmato sotto il governo laburista di Keir Starmer, che ha contribuito a stemperare le tensioni sorte durante l’era conservatrice. L’obiettivo primario di Macron è chiaro: ridefinire i termini di un partenariato che trascenda le limitazioni imposte dalla Brexit. Pur riconoscendo l’irreversibilità dell’uscita del Regno Unito dal mercato unico e dall’area Schengen, il Presidente francese ha sottolineato la necessità di costruire nuove forme di cooperazione strategica. Le sfide globali – conflitti armati, minacce alla stabilità internazionale, proliferazione nucleare, tensioni commerciali aggravate dalle politiche protezionistiche statunitensi – richiedono un’azione concertata, e Francia e Regno Unito, unite da una storia di valori condivisi, hanno la responsabilità di assumere un ruolo di leadership.Un elemento centrale del discorso di Macron al Parlamento di Westminster è stata l’espressione di un sostegno incondizionato all’Ucraina, un impegno che si estende alla ricerca di soluzioni pacifiche in Medio Oriente, con la promozione di un riconoscimento reciproco tra Israele e un futuro Stato palestinese. Non meno importante è la questione della difesa europea, vista come un elemento imprescindibile per ridurre la dipendenza da altre potenze, in particolare dagli Stati Uniti e dalla Cina, senza però cadere in una posizione di equidistanza.Le dichiarazioni di Starmer e il discorso di Re Carlo, incentrato sull’unità britannico-francese di fronte alle minacce comuni, hanno amplificato il messaggio di collaborazione e resilienza. Il vertice bilaterale del giorno successivo, ampliato alla partecipazione di numerosi ministri, si concentrerà su temi cruciali quali la gestione congiunta della Coalizione internazionale a sostegno dell’Ucraina, la ricostruzione del paese devastato dalla guerra, il potenziamento degli scambi economici (già superiori ai livelli pre-Brexit) e il contrasto all’immigrazione illegale nel canale della Manica.Simbolicamente rilevanti sono stati l’annuncio della partecipazione francese, tramite EDF, nella costruzione della centrale nucleare di Sizewell C, un passo verso una maggiore sicurezza energetica, e la promessa di prestito del celebre arazzo di Bayeux al British Museum, gesto che suggella un rapporto millenario segnato da rivalità e riconciliazioni. Questa visita di Stato, al di là dei rituali cerimoniali, si presenta come un atto politico di profonda portata, un tentativo di riaffermare il ruolo di Francia e Regno Unito come pilastri di un’Europa forte e indipendente, capace di affrontare le sfide del XXI secolo.