L’indagine sul tragico episodio avvenuto nel carcere di Marassi assume contorni sempre più complessi, con la possibilità concreta di contestare l’associazione a delinquere finalizzata alla tortura nei confronti dei quattro detenuti coinvolti nell’aggressione e sevizia del giovane compagno di cella, un evento che ha poi innescato una grave rivolta nella struttura penitenziaria. L’ipotesi di tortura, gravissima, poggia sull’attendibilità della testimonianza della vittima, il diciottenne ricoverato all’ospedale San Martino. Il pubblico ministero Andrea Ranalli, che coordina le indagini, attende ora il suo verbale, redatto con l’assistenza legale dell’avvocata Celeste Pallini, per valutare se le violenze subite dal giovane si protrassero nel tempo, configurando dunque il reato di tortura, caratterizzato dalla reiterazione e sistematicità delle azioni.La gravità del quadro emergente ha portato alla disposizione di un trasferimento d’urgenza dei quattro detenuti in altre strutture carcerarie, situate al di fuori della Liguria, un provvedimento volto a garantire la sicurezza della vittima, a prevenire ulteriori atti di violenza e a agevolare le indagini.Parallelamente all’accertamento delle responsabilità dirette dei detenuti aggreditori, l’inchiesta si estende ad un’analisi critica del sistema di controllo e vigilanza all’interno del carcere. L’attenzione si concentra sull’eventuale negligenza o omissione da parte del personale penitenziario, che avrebbe dovuto intercettare e prevenire i fatti. Su questo specifico aspetto, è stata avviata un’indagine da parte del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP), un’analisi interna volta a verificare l’efficacia dei protocolli di sicurezza e l’adeguatezza del monitoraggio dei detenuti. I risultati di questa indagine interna potrebbero essere integrati nell’inchiesta principale condotta dal pm Ranalli, ampliandone la portata e chiarendo le dinamiche che hanno portato alla rottura dell’ordine e alla conseguente rivolta.L’inchiesta, pertanto, si presenta come un’indagine complessa, che non si limita a individuare i responsabili materiali dell’aggressione, ma mira a ricostruire un quadro più ampio delle responsabilità istituzionali e strutturali, sollevando interrogativi cruciali sulla gestione delle carceri, sulla sicurezza dei detenuti e sull’efficacia dei sistemi di controllo all’interno delle strutture penitenziarie. La piena ricostruzione degli eventi e l’identificazione di eventuali profili di responsabilità richiederanno un’analisi approfondita e multidisciplinare, coinvolgendo esperti di diritto penale, criminologia e gestione delle istituzioni detentive.
Marassi, carcere: indagine sulla tortura, ipotesi associazione a delinquere
Pubblicato il
