Le Marche, regione dal profilo demografico in evoluzione, irradiano inaspettatamente un fascino crescente per i flussi migratori internazionali.
Un dato inequivocabile, emerso durante il convegno “Il modello Marche.
Quali strategie per il futuro”, orchestrato dalla Camera di Commercio Regionale presso la Loggia dei Mercanti di Ancona e presentato dal presidente Francesco Maria Chelli, svela una dinamica demografica più complessa di una semplice contrazione.
Al di là delle statistiche che evidenziano un saldo naturale in diminuzione, l’afflusso di cittadini stranieri sta modulando il tessuto sociale ed economico marchigiano, infondendo nuove energie e prospettive.
Questo fenomeno, lungi dall’essere un mero effetto statistico, suggerisce una capacità intrinseca della regione di posizionarsi come polo di attrazione, un’oasi di opportunità in un panorama europeo spesso caratterizzato da incertezze.
L’attrazione esercitata dalle Marche non si riduce a fattori economici escludenti, sebbene l’offerta di lavoro, soprattutto in settori specifici come l’agroalimentare, il metalmeccanico e il turismo, gioca indubbiamente un ruolo cruciale.
Si tratta piuttosto di un intreccio di elementi che rendono la regione particolarmente desiderabile: un ambiente naturale di straordinaria bellezza, con un patrimonio paesaggistico che spazia dalle coste sabbiose alle vette impervie dell’Appennino; un costo della vita relativamente contenuto rispetto ad altre aree d’Italia; una comunità locale accogliente e legata alle proprie tradizioni; e, non ultimo, un senso di sicurezza e tranquillità che contrasta con le tensioni che affliggono altre regioni.
La capacità di attrarre capitali umani dall’estero rappresenta un’opportunità strategica per le Marche, un potenziale non ancora del tutto compreso o sfruttato appieno.
L’integrazione di questi nuovi residenti, con le loro competenze, le loro esperienze e le loro culture, può contribuire a rigenerare il tessuto sociale ed economico, a stimolare l’innovazione e a rafforzare la competitività della regione.
Tuttavia, questa dinamica comporta anche delle sfide.
È necessario implementare politiche di accoglienza e integrazione efficaci, che favoriscano l’apprendimento della lingua italiana, l’accesso al mercato del lavoro, la partecipazione alla vita sociale e culturale, e il riconoscimento dei titoli di studio e delle competenze acquisite all’estero.
Al contempo, è fondamentale contrastare ogni forma di discriminazione e xenofobia, promuovendo una cultura dell’accoglienza e del rispetto delle diversità.
Il convegno “Il modello Marche” ha offerto un’occasione preziosa per riflettere su queste tematiche e per individuare strategie concrete per valorizzare il potenziale attrattivo della regione, trasformando questa sfida demografica in una risorsa strategica per il futuro.
La chiave sta nel saper interpretare i segnali provenienti dall’esterno, anticipando i cambiamenti e adattando le politiche regionali per rispondere alle nuove esigenze e aspirazioni di chi sceglie le Marche come luogo di residenza e di lavoro.
L’analisi dei dati Istat, presentata dal presidente Chelli, rappresenta un punto di partenza cruciale per orientare le scelte future e per costruire un modello di sviluppo sostenibile e inclusivo, capace di coniugare la tutela dell’identità marchigiana con l’apertura al mondo.