L’aria vibra ancora, un eco sordo di distruzione che si stratifica sul presente. Gregorio Assanti, maresciallo dei Vigili del Fuoco, si passa una mano ruvida sui gomiti, segnati da escoriazioni fresche. Non si lamenta. La sofferenza fisica, quella tangibile, sbiadisce di fronte al ricordo vivido, angosciante, delle immagini che ha impresso nella mente: corpi ustionati, volti deformati dalla disperazione, l’orrore silenzioso dei colleghi che lottano contro l’inferno. “Meglio così,” sussurra, più a se stesso che a chi lo interroga, “meglio queste ferite che rivedere quelle cose.”La sua voce, roca per lo sforzo e la mancanza di sonno, contrasta con lo sguardo determinato che rivela una resilienza forgiata da anni di servizio. Assanti non è un eroe in senso retorico; è l’incarnazione del dovere, dell’abnegazione che si traduce in azione concreta. In queste ore, la sua squadra, insieme a molti altri soccorritori, ha compiuto un atto di straordinaria umanità, trasformando la paura collettiva in un fragile, ma significativo, barlume di speranza. L’esplosione che ha scosso la capitale non è solo una tragedia di cemento e acciaio, è una frattura nella percezione della sicurezza, un trauma che si insinua nell’inconscio collettivo. E in un momento simile, la figura del soccorritore assume un significato profondo: non solo spegne le fiamme, ma ricostruisce la fiducia, offre un porto sicuro in un mare di incertezza.La sua opera, come quella di chi lo affianca, trascende la semplice esecuzione di protocolli; è un atto di empatia, una condivisione del dolore, un impegno silenzioso a rialzare i caduti. Assanti non ricerca la gratitudine, né il riconoscimento. Il suo premio è vedere i sopravvissuti rialzarsi, vederli tornare a casa, sapere di aver contribuito, con la sua fatica e il suo coraggio, a salvare vite. La sua esperienza, il peso delle immagini che porta con sé, lo rendono consapevole della fragilità umana e, allo stesso tempo, testimone della sua straordinaria capacità di resilienza. In un mondo segnato da eventi catastrofici, la figura del soccorritore, come il maresciallo Assanti, rappresenta un faro di speranza, un simbolo di umanità che si fa forza e si erge contro il caos. La sua presenza, silenziosa e tenace, è un promemoria tangibile della capacità dell’uomo di trovare la luce anche nel cuore delle tenebre.
Maresciallo Assanti: l’eroe silenzioso tra le macerie.
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