L’inchiesta sull’omicidio di Martina Carbonaro, la quattordicenne strappata alla vita ad Afragola dall’ex fidanzato Alessio Tucci, si avvia a una fase cruciale: la copia forense dei dispositivi digitali sequestrati. Questo processo, delegato ai Carabinieri del Nucleo Cyber Crimes di Napoli, rappresenta un passaggio fondamentale per la ricostruzione accurata degli eventi che hanno condotto alla tragica conclusione. La Procura di Napoli Nord, guidata dal sostituto procuratore Alberto Della Valle, ha riconosciuto l’importanza di preservare l’integrità dei dati contenuti in sette dispositivi, che includono i cellulari di Martina, dell’indagato Tucci (attualmente detenuto), dei membri della sua famiglia, e un tablet di proprietà della vittima.L’esecuzione della copia forense segue un’iniziale verifica dell’autenticità e dello stato di conservazione dei dispositivi, un’operazione preventiva volta a garantire la validità scientifica delle successive analisi. La complessità dell’operazione, che si prevede richiederà diverse settimane, sottolinea la crescente importanza delle indagini digitali nel panorama della giustizia contemporanea. La difesa di Martina, rappresentata dall’avvocato Sergio Pisani, si è avvalsa della competenza dell’ingegnere e professore Lorenzo Laurato come consulente tecnico di parte, a testimonianza della volontà di un approccio rigoroso e multidisciplinare.Il processo di copia forense, tecnicamente un’operazione “one-time”, contrasta con le successive analisi dei dati, un’attività ripetibile che permette di estrapolare informazioni significative. I dati estratti saranno sottoposti a un’attenta analisi da parte degli esperti del Nucleo Cyber Crimes, il cui report dettagliato confluerà nel fascicolo d’indagato contro Alessio Tucci, formalmente accusato di omicidio aggravato, con specifiche attenuanti legate alla crudeltà dei gesti e all’occultamento del corpo.L’omicidio, consumatosi all’interno di una struttura in fase di ristrutturazione nell’area dell’ex stadio Moccia, ha scosso profondamente la comunità locale. La dinamica, ricostruita dai primi accertamenti, è stata definita “raccapricciante” per la brutalità degli atti: almeno quattro colpi inferti alla testa della giovane, anche quando era a terra, a dimostrazione di un’efferimità e una premeditazione particolarmente inquietanti. L’indagine digitale, attraverso la copia forense e l’analisi dei dati, si propone di illuminare non solo la sequenza degli eventi, ma anche le motivazioni e le relazioni interpersonali che hanno portato a questo tragico epilogo, fornendo elementi cruciali per la ricostruzione della verità e per l’accertamento della responsabilità penale. La competenza tecnica e la rigorosità metodologica saranno elementi chiave per garantire che le prove digitali contribuiscano in modo significativo alla ricerca della giustizia per Martina Carbonaro.