La suggestiva cornice dei Sassi di Matera, sito UNESCO di inestimabile valore culturale e paesaggistico, si trova a fronteggiare una crescente sfida: conciliare la sua vocazione naturale da set cinematografico con la necessità impellente di preservarne l’integrità.
Se il cinema ha indubbiamente contribuito a diffondere l’immagine di Matera nel mondo, offrendo opportunità economiche e promuovendo il turismo, l’organizzazione Legambiente solleva un campanello d’allarme, evidenziando gli impatti negativi derivanti da produzioni spesso poco sostenibili.
L’episodio recente delle riprese della serie “The Chosen”, protrattesi per diverse settimane nei pressi della Chiesa rupestre di San Falcione, nella Murgia Timone, è emblematico.
L’impiego massiccio di mezzi pesanti – pick-up, quad, mezzi cingolati – ha drasticamente alterato l’ambiente naturale, livellando un’area precedentemente ricoperta da una vegetazione tipica della regione sub-mediterranea orientale, trasformandola in uno spiazzo artificiale.
Il transito ripetuto di un centinaio di persone, tra troupe, tecnici, attori e comparse, ha ulteriormente contribuito al degrado del sito, comprimendo il suolo e alterando gli ecosistemi fragili.
Il quadro si ripete con il docufilm “The Saints” e l’imminente arrivo di Mel Gibson per “Resurrection”, preannunciando ulteriori ondate di pressione sul territorio.
La questione non è semplicemente un problema di impatto visivo.
La frammentazione del suolo, la compattazione, la perdita di biodiversità e l’erosione del suolo, conseguenze dirette del passaggio di mezzi pesanti e del calpestio continuo, minacciano l’equilibrio ecologico e la stabilità geologica del sito.
L’uso indiscriminato di sentieri, spesso i più brevi e diretti, intensifica questi effetti, creando voragini e accelerando il processo di degrado.
L’etichetta UNESCO non è un timbro di approvazione indiscriminata, ma un obbligo inderogabile.
La salvaguardia del patrimonio mondiale implica un approccio di gestione responsabile, che consideri non solo i benefici economici e la promozione turistica, ma soprattutto la protezione a lungo termine.
Ogni intervento, ogni ripresa, deve essere preceduto da una valutazione d’impatto ambientale rigorosa, che quantifichi i potenziali rischi e proponga misure di mitigazione efficaci.
È necessario, quindi, ripensare i protocolli di gestione delle produzioni cinematografiche a Matera.
Si dovrebbe favorire l’utilizzo di percorsi alternativi, la limitazione del numero di persone ammesse in determinate aree, l’impiego di mezzi di trasporto a basso impatto ambientale e la promozione di pratiche di restauro ecologico.
Inoltre, sarebbe auspicabile istituire un tavolo di concertazione permanente, che coinvolga rappresentanti di Legambiente, della comunità locale, della Soprintendenza ai Beni Culturali e delle produzioni cinematografiche, per definire standard condivisi e monitorare l’efficacia delle misure di salvaguardia.
La valorizzazione del territorio non deve essere un pretesto per lo sfruttamento, ma un’opportunità per promuovere un modello di sviluppo sostenibile, che concili le esigenze economiche con la tutela del patrimonio culturale e naturale.
La bellezza dei Sassi di Matera è un dono prezioso, che appartiene all’umanità intera e che abbiamo il dovere di preservare per le generazioni future.
La sua conservazione non è un costo, ma un investimento nel nostro futuro.