L’aria, densa di attesa e apprensione, aleggia sulle scuole sarde mentre i 12.378 maturandi sardi affrontano la prima prova dell’esame di Stato. Un rito che si rinnova annualmente, scandito da regole apparentemente rigide – un divieto di abbigliamento informale, come pantaloni della tuta o bermuda – che riscuote un’adesione, seppur malinconica, da parte degli studenti, ansiosi di evitare l’imbarazzo di un’eventuale contestazione.La vigilia, come da tradizione, si è manifestata in forme diverse: serate trascorse a condividere emozioni e a cantare, come un mantra liberatorio, le canzoni di Francesco De Gregori e di altri interpreti, un momento di aggregazione e di sollievo dalla pressione. La mattina dell’esame, l’attenzione si è concentrata sul “toto tema”, un’anticipazione giocosa e temuta, che oscillava tra le sfide geopolitiche del conflitto russo-ucraino e le implicazioni etiche e sociali dell’intelligenza artificiale, o rievocava le figure e i temi dei grandi autori del Novecento, Pirandello e D’Annunzio.Dietro questa scena apparentemente ordinaria si cela un complesso apparato organizzativo. Ben 395 commissioni, composte da un presidente e 1.320 commissari esterni, si sono insediate nei giorni precedenti per predisporre la prova. Ogni commissione supervisiona due classi, supportata da tre docenti interni. La distribuzione geografica riflette la popolazione studentesca: Cagliari, con 5.827 candidati, è la provincia più popolosa, seguita da Sassari (3.912), Nuoro (1.561) e Oristano (1.078). I numeri dei commissari esterni sono proporzionali alla popolazione scolastica di ciascuna provincia.L’apertura del plico contenente le tracce rappresenta un momento cruciale: la tensione si fa palpabile, seguita dalla lettura delle prove e dalla consegna dei materiali necessari. Il percorso esaminativo prosegue domani con le prove specifiche, calibrate in base al tipo di istituto.Questo scenario si inserisce in un contesto nazionale più ampio, in cui la Sardegna si distingue, purtroppo, per un tasso di bocciature più elevato rispetto alla media nazionale, attestandosi al 7,1%. Un dato che sottolinea la necessità di un’analisi approfondita delle dinamiche scolastiche e delle strategie di supporto agli studenti, per garantire loro un percorso di crescita e di successo. L’esame di maturità, al di là delle prove scritte e degli arredi delle aule, rappresenta un banco di prova per l’intero sistema educativo, un’occasione per riflettere e migliorare, per formare cittadini consapevoli e preparati alle sfide del futuro.
Maturità in Sardegna: 12.378 studenti tra ansia e toto-tema.
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