martedì, 24 Giugno 2025
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Mileto: Riapre il distributore, simbolo di resilienza contro l’intimidazione.

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A Mileto, nel cuore del Vibonese, un atto di ripresa e resilienza segna il ritorno all’operatività di un esercizio commerciale che ha subito un’aggressione violenta. Il distributore automatico di prodotti alimentari, proprietà dell’imprenditore Gregorio Galati, ha riaperto i battenti dopo quindici giorni di sospensione forzata, a seguito di un raid vandalico verificatosi tra il 6 e il 7 giugno. L’episodio, lungi dall’essere un mero atto di vandalismo, si configura come un tentativo di intimidazione volto a destabilizzare il tessuto economico locale e a imporre un controllo illecito.I macchinari del negozio, simbolo di innovazione e accessibilità alimentare per la comunità, erano stati deliberatamente danneggiati con l’utilizzo di strumenti contundenti, come martelli, in un gesto che mirava a paralizzare l’attività e a instillare timore. La scelta di un distributore automatico, un modello di commercio moderno e spesso percepito come vulnerabile, suggerisce una volontà di colpire direttamente un elemento chiave dell’offerta commerciale locale.La riapertura, accolta con sollievo e senso di speranza, ha visto la partecipazione del sindaco di Mileto, Fortunato Salvatore Giordano, e del collega di San Gregorio d’Ippona, Pasquale Farfaglia, a testimonianza del supporto istituzionale e della rilevanza dell’evento per l’intera area. La presenza delle autorità locali sottolinea l’importanza di contrastare ogni forma di intimidazione e di promuovere un ambiente sicuro per l’imprenditoria.Gregorio Galati, con un messaggio forte e determinato, ha espresso la sua ferma opposizione alla violenza, evidenziando la necessità di generare opportunità di lavoro e sviluppo, anziché soccombere a minacce e ricatti. La decisione di riaprire, spiegata come un atto naturale e imprescindibile, riflette un profondo legame con la sua terra e una ferma volontà di non cedere a dinamiche di controllo basate sulla paura. La sua dichiarazione si pone come un monito contro chi cerca di condizionare lo sviluppo economico attraverso l’intimidazione.L’inchiesta, avviata dalla Procura della Repubblica di Vibo Valentia, ha confermato la natura estorsiva dell’aggressione, delineando un quadro di pressione sistematica volta a ottenere vantaggi illeciti a danno dell’imprenditore. L’episodio, che va ben oltre un atto vandalico isolato, si inserisce in una dinamica più ampia di controllo del territorio e di illegalità diffusa, che mira a condizionare le attività economiche e a compromettere la libertà di iniziativa. La vicenda solleva interrogativi sulla sicurezza degli imprenditori e sulla necessità di rafforzare i controlli e le misure di prevenzione per contrastare efficacemente la criminalità organizzata e proteggere il tessuto economico e sociale del territorio calabrese. La riapertura del negozio, quindi, rappresenta non solo un atto di coraggio individuale, ma un simbolo di speranza e di resistenza per l’intera comunità.

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