Il velo del silenzio si è abbassato sull’interrogatorio di Emanuele Mirti, il cinquantenne arrestato con l’accusa di aver privato della vita Davide Gorla, sessantaquattrenne esercente una storica attività commerciale in via Milano, a Busto Arsizio. Davanti al Giudice per le Indagini Preliminari, Stefano Colombo, Mirti ha esercitato il diritto costituzionale di non rispondere, una decisione che si inserisce in una strategia difensiva più ampia, già manifestata durante l’interrogatorio con il procuratore Carlo Nocerino.La scelta del silenzio, spiegata dalla sua legale, l’avvocato Roberta Bono, non riflette una presunzione di colpevolezza, bensì la necessità di un’analisi approfondita delle incongruenze e delle possibili lacune presenti negli elementi accusatori. Un’analisi che si intende condurre attraverso un’indagine difensiva volta a ricostruire la dinamica degli eventi in modo alternativo, o comunque a gettare luce su aspetti finora rimasti in ombra. Non esclude, anzi, la possibilità di una futura collaborazione con la Procura, qualora si rendesse opportuno chiarire la propria posizione in maniera più dettagliata.Fin dal fermo, Mirti ha costantemente ribadito la propria innocenza, mantenendo una versione dei fatti che lo estranea dalla responsabilità dell’omicidio. L’avvocato Bono ha sollevato dubbi sulla legittimità del procedimento, opponendosi alla convalida del fermo, ritenendola affetta da vizi procedurali. Parallelamente, si è opposta alla richiesta di custodia cautelare in carcere, argomentando che le condizioni per l’applicazione di tale misura non sussistono, o quantomeno non sono state adeguatamente dimostrate.La vicenda, che ha scosso profondamente la comunità locale, solleva interrogativi complessi riguardo alla ricostruzione della dinamica e alla motivazione del gesto. Oltre all’aspetto meramente formale delle questioni procedurali sollevate dalla difesa, emerge la necessità di una valutazione critica e rigorosa di tutti gli elementi in possesso degli inquirenti. La richiesta di approfondimento, espressa attraverso il silenzio di Mirti, e le opposizioni mosse dalla sua difesa, testimoniano la volontà di evitare conclusioni affrettate e di garantire, in ogni caso, il diritto alla difesa e il rispetto delle garanzie processuali. La decisione del Gip, che si è riservato, attende ora la complessiva valutazione degli atti e delle controdeduzioni.
Mirti muto in aula: difesa chiede chiarimenti sull’omicidio Gorla
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