La crescente preoccupazione per la gestione delle risorse idriche nel Molise ha portato il capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale, Micaela Fanelli, a sollecitare un confronto urgente con tutte le parti interessate coinvolte nell’analisi preliminare del progetto di captazione dell’acqua dall’invaso del Liscione, situato a Guardialfiera.
La potenziale deviazione di una porzione di queste acque verso la Puglia, tramite un sistema di bypass, ha innescato un acceso dibattito che mette a nudo una profonda disarmonia nella gestione strategica del bene idrico tra le due regioni.
La richiesta di Fanelli si fonda sui dati allarmanti contenuti nel rapporto “Il clima in Italia nel 2024” dell’ISPRA, che evidenziano una situazione di stress idrico particolarmente grave nel Molise.
La regione, già storicamente vulnerabile, si trova ora a fronteggiare una carenza che si acuisce a causa dei cambiamenti climatici e di una gestione percepita come inadeguata.
A differenza della Puglia, che prosegue con determinazione nella pianificazione e realizzazione di interventi per mitigare gli effetti della siccità, il Molise appare frammentato e privo di una visione unitaria, compromettendo la sua capacità di tutela del proprio territorio.
Le dichiarazioni rese in aula dal Presidente della Regione, Francesco Roberti, e dal Consigliere Delegato, Massimo Sabusco, non hanno fatto altro che confermare questa sensazione di improvvisazione e mancanza di lungimiranza.
Mentre la Puglia dimostra una competenza consolidata nella gestione delle risorse idriche, frutto di una consapevolezza istituzionale che attribuisce un valore inestimabile a ogni risorsa disponibile, il Molise si trova in una posizione di svantaggio, rischia di subire decisioni imposte dall’esterno, inevitabilmente orientate agli interessi di altri territori.
La situazione solleva interrogativi profondi sulla capacità del Molise di salvaguardare il proprio patrimonio idrico e di garantire un futuro sostenibile per le comunità locali.
La dipendenza da risorse esterne, l’assenza di una programmazione strategica coerente e la mancanza di coordinamento con la Puglia rischiano di compromettere la sovranità territoriale e di perpetuare una condizione di vulnerabilità che penalizza l’intera regione.
Un approccio più proattivo, basato sulla collaborazione, l’innovazione tecnologica e la valorizzazione delle competenze locali, appare imperativo per invertire questa tendenza e per garantire un futuro idrico equo e sostenibile per il Molise.
È necessario recuperare un approccio basato sulla scienza, sulla pianificazione a lungo termine e sulla partecipazione attiva di tutti gli stakeholder, al fine di trasformare la sfida idrica in un’opportunità di sviluppo e di rafforzamento dell’identità regionale.