Il tempo, inesorabile scultore dell’esistenza, modella le priorità. Ricordo un Francesco Gallo immerso nel vortice della creazione, con la valigia costantemente pronta per nuovi orizzonti cinematografici. Oggi, lo sguardo si posa su una realtà diversa, illuminata dalla presenza delle figlie, un valore che trascende la mera ambizione professionale. È a Taormina, nel cuore di un festival dedicato all’eccellenza, che Monica Bellucci incarna questa transizione, ricevendo un premio che suggella una carriera straordinaria.L’attrice, figura iconica del cinema italiano e internazionale, affronta il tema delle molestie con una lucidità disarmante. Non nega la frequenza di situazioni imbarazzanti, ma sottolinea la capacità di gestirle, evidenziando una resilienza che affonda le radici in una profonda consapevolezza di sé. L’eco del suo ruolo in “Malena”, opera seminale che ha segnato un’epoca, risuona ancora con prepotenza. Bellucci riflette sulla sua attualità, affermando che il film continua a raccontare una storia universale, quella di una donna costretta a ergersi a baluardo della propria dignità in un mondo dominato dagli uomini. La sua gratitudine verso Giuseppe Tornatore si manifesta come un riconoscimento di un’esperienza artistica e umana di profonda valenza, un incontro fortuito nato da un semplice spot pubblicitario che si è trasformato in un viaggio indimenticabile, aprendole le porte del cinema mondiale.Ma quale è il significato dell’amore per una donna che ha attraversato decenni di esperienze, di successi e di sfide? Bellucci lo descrive come un’entità fluida, in continua evoluzione, un dialogo profondo tra due anime mature che si confrontano con le ferite e le gioie del passato. Il futuro, tuttavia, non si arrende alla contemplazione del passato. Nuovi progetti la attendono, tra cui un film francese con Léa Mysius e un’imminente lavorazione a Palermo con Giovanni Tortorici, avvolta nel mistero. L’ammirazione per Catherine Deneuve, altra luminare presente al festival, si manifesta come un omaggio alla vera divismo, mentre Bellucci si definisce, con umiltà, una “comedien”, una persona che ha ancora tanto da imparare. L’arte, la bellezza, possono davvero rappresentare una via di salvezza? Il pensiero si rivolge alle parole di Rita Levi-Montalcini, che metteva in guardia contro i pericoli di una tecnologia avanzata ma emotivamente impoverita. La riflessione si estende alla complessità dei rapporti umani, all’equilibrio fragile tra ambizione e serenità.E Tim Burton? La collaborazione con il celebre regista, iniziata con il cult “Beetlejuice”, ha segnato un’era. Ma il futuro è incerto, dipendente da scelte artistiche e personali. L’amore, per Bellucci, si rivela una forza misteriosa, un’esperienza che si vive pienamente, senza la presunzione di poterla definire o prevedere. Un viaggio continuo, come la vita stessa.
Monica Bellucci: tra cinema, amore e nuove sfide.
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