La Procura di Bari ha concluso le indagini sulla tragica vicenda del neonato morto nella culla della chiesa di San Giovanni Battista a inizio gennaio, e ora si profilano con chiarezza i contorni dell’accaduto. L’inchiesta, condotta dal procuratore aggiunto Ciro Angelillis e dalla pm Angela Morea, ha permesso di ricostruire i fatti con precisione: il piccolo era ancora in vita quando fu lasciato nella culla termica, ma morì a causa dell’esposizione all’aria fredda per un periodo compreso tra le 4 e le 10 ore successive alla sua deposizione. Le indagini hanno anche rivelato che la culla non era idonea allo scopo, probabilmente a causa di una perdita di gas dal climatizzatore che avrebbe dovuto riscaldare il locale.Secondo le consulenze tecniche effettuate dalla squadra mobile di Bari, il materassino posizionato sotto al neonato non era in grado di far partire l’allarme come previsto. Si trattava infatti di un tappetino comunemente utilizzato nelle abitazioni come dispositivo d’antifurto, caratterizzato da un costo basso e una grande facilità di malfunzionamento. Inoltre, la chiamata al cellulare del parroco non è stata emessa dal materassino, diversamente da quanto accaduto in precedenti occasioni.La Procura ha confermato l’accusa di omicidio colposo nei confronti del parroco don Antonio Ruccia e del tecnico Vincenzo Nanocchio, responsabile dell’installazione della culla nel 2014 e della sostituzione dell’alimentatore il 14 dicembre. L’avviso di conclusione delle indagini è un passo importante prima della richiesta di rinvio a giudizio. Si continua a stralciare l’ipotesi di reato di abbandono di minore a carico di ignoti, ma la vicenda rimane aperta per ulteriori approfondimenti.Il piccolo è stato ribattezzato ‘Angelo’ dal sindaco Vito Leccese e sepolto nell’ala del cimitero barese destinata ai più piccoli. La tragedia ha suscitato grande commozione nella comunità barese, sollevando interrogativi sulla sicurezza dei luoghi di culto e la responsabilità degli enti pubblici nel garantire l’incolumità delle persone, soprattutto delle più deboli come i bambini.