mercoledì, 4 Giugno 2025
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Murale a Merini: Vandali contro la memoria di Michela Murgia

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Il ricordo di Michela Murgia, fiorito in un vibrante murale all’esterno della Casa Museo Alda Merini, è stato brutalmente interrotto da un atto vandalico. L’opera, realizzata dall’artista-attivista Cristina Donati Meyer, testimonianza tangibile di una poetica condivisa e di un legame profondo tra due figure imprescindibili della cultura italiana, ora rinasce grazie all’impegno dell’artista e alla ferma volontà di preservare la memoria. Il completamento del restauro è previsto per il 3 giugno, data che coincide con il compleanno di Michela Murgia, un gesto simbolico che sottolinea la perpetuità del suo spirito e del suo messaggio.Spazio Merini, più che un luogo fisico, è un ecosistema culturale dedicato all’esplorazione della femminilità artistica, un crogiolo di voci e di visioni che si intrecciano tra le pareti e si estendono oltre, abbracciando l’ambiente circostante. L’opera di Donati Meyer, inserendosi in questo contesto, si configura come un ponte visivo che collega le figure emblematiche del femminismo e dell’impegno sociale: Frida Kahlo, Franca Rame, e ora Michela Murgia, tutte donne che hanno lasciato un’impronta indelebile nella storia dell’arte e del pensiero.Donatella Massimilla, regista e drammaturga che dirige artisticamente la casa museo, esprime la profonda convinzione che le opere esposte, siano esse dipinti, poesie o performance, debbano rimanere vive, pulsanti di significato e capaci di suscitare emozioni. La casa museo si propone come un laboratorio di idee, uno spazio di incontro e di dialogo, un luogo in cui l’arte trascende i confini delle discipline e si fa veicolo di valori e di ideali.L’atto vandalico, purtroppo, non è un evento isolato, ma il sintomo di una più ampia crisi di senso, di una difficoltà a comprendere e a rispettare la diversità e l’eccellenza culturale. Massimilla, con un appello diretto a coloro che hanno perpetrato l’offesa, invita a superare la rabbia e la noia attraverso l’immersione nell’arte, nella poesia e nell’empatia, riconoscendo che la vera sfida risiede nella capacità di accogliere e valorizzare la bellezza e la complessità del mondo. La ricostruzione del murale non è solo un atto di riparazione materiale, ma un atto di resistenza culturale, una dichiarazione di speranza e di fiducia nel potere trasformativo dell’arte. È un invito a coltivare la memoria, a promuovere il dialogo e a costruire un futuro più inclusivo e rispettoso.

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