lunedì, 7 Luglio 2025
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Napoli, flash mob: Tutti giù per terra contro il genocidio a Gaza

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La Rotonda Diaz si è trasformata in un campo di memoria, un palcoscenico di silenzio carico di sgomento. Un fiume di nomi, un elenco interminabile di infanzia spezzata, ha dato il via al flash mob “Tutti giù per terra: per Gaza, contro il genocidio”, un’iniziativa promossa da Life for Gaza e dalla Comunità Palestinese della Campania. Centocinquanta corpi, stilizzati in una posa di vulnerabilità su lenzuola candide, hanno evocato l’orrore di una perdita incalcolabile: bambini, donne, uomini, operatori sanitari, giornalisti, volontari, tutti accomunati dalla tragica ingiustizia di una morte innocente.L’evento, a cui ha presenziato l’ex sindaco Luigi de Magistris insieme a rappresentanti sindacali e del tessuto associativo, mirava a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla gravità della situazione umanitaria a Gaza e a denunciare le azioni che configurano un crimine di genocidio. L’atmosfera si è fatta ancora più opprimente con l’esplosione sonora di una sirena d’allarme, simulando il panico e la distruzione di una città martoriata, amplificata dalle urla angoscianti che ne accompagnavano il suono.Un mare di bandiere palestinesi, simbolo di resilienza e di speranza, ha attirato l’attenzione dei passanti, molti dei quali famiglie in cerca di un momento di svago sul lungomare. “A Gaza vorremmo sentire il rumore della vita, ma oggi si sente solo il rumore della morte,” ha espresso Susan Fatayer, voce della comunità palestinese, un lamento che risuona con la sofferenza di un intero popolo. L’appello alla giustizia si è fatto più esplicito con la richiesta rivolta al sindaco di Napoli affinché prenda una posizione chiara e condanni senza ambiguità le atrocità perpetrate.L’iniziativa non si è limitata a una mera manifestazione di protesta; si è trattato di un atto di testimonianza, un grido di solidarietà che si eleva contro l’indifferenza e l’impunità. Un invito a non dimenticare le vite spezzate, a interrogarsi sulle cause di un conflitto così devastante e a promuovere attivamente la ricerca di soluzioni pacifiche e durature, al fine di garantire un futuro di dignità e sicurezza per tutti i popoli coinvolti. La necessità di un’azione concreta, che vada oltre le condanne verbali, è apparsa come un imperativo morale ed un obbligo nei confronti delle vittime e delle generazioni future.

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