Un’azione simbolica e vibrante ha interrotto la solennità del Teatro San Carlo, baluardo della cultura napoletana, coinvolgendo una trentina di attivisti provenienti dai comitati locali contro gli sfratti. L’occupazione, silenziosa ma eloquente, si è manifestata attraverso la presenza in balconata, affacciandosi sulla facciata principale dell’edificio storico.Lo spettacolo visivo era amplificato da striscioni che intrecciavano due tematiche apparentemente distinte: la denuncia degli sfratti, emergenza sociale che dilania la città, e la candidatura del Teatro San Carlo alla prestigiosa lista dell’Unesco. La scritta “Stop sfratti, no Unesco” rappresenta una critica pungente, che suggerisce una dissonanza tra la celebrazione del patrimonio culturale e l’urgente necessità di tutela dei diritti fondamentali degli abitanti.L’azione dei manifestanti si inserisce in un contesto più ampio, quello di un vertice in corso a Castel Capuano, presumibilmente dedicato alla candidatura Unesco. L’azione, in questo senso, vuole innalzare la voce dei più vulnerabili, ricordando che la valorizzazione del patrimonio culturale non può prescindere dalla giustizia sociale e dall’attenzione alle condizioni di chi vive e lavora in città.Parallelamente, un gruppo di manifestanti si è posizionato all’esterno del teatro, esponendo uno striscione con il messaggio “Resta abitante”. Questa affermazione, concisa e potente, incarna la richiesta di priorità alla permanenza delle persone nei loro luoghi di residenza, in contrasto con le politiche speculative che spesso portano a sfratti e gentrificazione.L’azione si configura come un atto di disobbedienza civile, volto a sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sulla necessità di un approccio integrato che consideri il patrimonio culturale come parte integrante del tessuto sociale e che protegga i diritti degli abitanti. Il Teatro San Carlo, simbolo di eccellenza artistica, diventa così uno scenario inatteso per una protesta che vuole reclamare la giustizia sociale e la dignità abitativa a Napoli. L’azione solleva interrogativi cruciali: cosa significa valorizzare il patrimonio culturale in una città segnata da profonde disuguaglianze? Qual è il ruolo delle istituzioni di fronte alla fragilità abitativa dei cittadini? L’eco di questi interrogativi risuona tra le pareti del San Carlo, invitando a una riflessione più ampia e urgente.
Napoli, San Carlo occupato: protesta tra arte e sfratti
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