Il Nervi International Ballet Festival, attesissimo ritorno nella suggestiva cornice dei Parchi di Nervi, ha inaugurato la sua edizione rinnovata ieri sera con una serata al Teatro Carlo Felice, preludio alla vera e propria apertura che vedrà protagonista il Balletto dell’Opera di Parigi venerdì 4 luglio. La scelta di una compagnia emergente, l’Accademia del Teatro alla Scala, e la riproposizione di un titolo storico come *La Fille Mal Gardée*, segnano una precisa volontà di riscoprire le radici del balletto, concentrandosi sulla sua essenza più pura e sulla sua evoluzione attraverso i secoli.*La Fille Mal Gardée*, con le sue prime rappresentazioni risalenti al 1780 al Teatro di Bordeaux, rappresenta un punto di svolta nella storia della danza. Ben prima dello sviluppo di forme narrative complesse, questo balletto introduce un elemento cruciale: l’azione come motore della coreografia. Ogni movimento, ogni gesto, si radica in un intento narrativo che trascende la mera esibizione tecnica, prefigurando il balletto moderno. Il pubblico genovese conserva con affetto il ricordo di una memorabile edizione del 1980, interpretata dal National Ballet of Canada, con l’incomparabile Karen Kain e la coreografia di Frederik Ashton, testimonianza di un’epoca d’oro per la danza.La rilettura proposta dall’Accademia della Scala, pur affidandosi a musiche di Peter Ludwig Hertel (a differenza delle composizioni originali di Ferdinand Herold del 1828) e alla coreografia di Frederic Olivieri, direttore dell’Accademia stessa, si è confrontata con la sfida di onorare la tradizione pur imprimendole un tocco contemporaneo. Una nota, seppur comprensibile, ha generato un lieve rammarico: l’esecuzione musicale registrata, laddove in un festival di tale prestigio, un accompagnamento orchestrale dal vivo avrebbe amplificato la suggestione emotiva e l’intensità dello spettacolo.L’allestimento scenico, curato da Angelo Sala, ha saputo efficacemente evocare l’atmosfera agreste e rustica del balletto, con scenografie vivaci e cromaticamente ricche che hanno contribuito a creare un’atmosfera di genuina allegria.Sul palco, Laura Farina ha brillato nel ruolo della protagonista, interpretando con eleganza e freschezza la ribellione della giovane contro un destino matrimoniale indesiderato. Pur con margini di ulteriore crescita artistica, la sua interpretazione ha rivelato indubbie potenzialità tecniche e un notevole carisma espressivo. Apprezzabile anche la performance di Gisele Odile Ghidoli nel ruolo della madre Simone, la cui interpretazione, culminata in un virtuoso assolo con gli zoccoletti, ha suscitato un’ovazione meritata. Francesco Della Valle (Colas) e Giovanni Bellucci (Alain) hanno completato il quadro di un cast promettente.Nonostante qualche incertezza nei momenti di maggiore complessità coreografica, lo spettacolo si è contraddistinto per la sua vivacità, lo spirito giovanile che lo ha animato e la genuina passione che i danzatori hanno riversato nella performance. L’accoglienza del pubblico, dimostratasi calorosa e entusiasta, lascia presagire un futuro promettente per il festival, in attesa dell’arrivo delle grandi compagnie internazionali che ne consacreranno definitivamente il prestigio e la rilevanza nel panorama della danza mondiale.