martedì, 1 Luglio 2025
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Normativa e eccezioni: il terzo mandato dei presidenti delle Regioni è soggetto a diverse interpretazioni.

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La questione della durata massima dei mandati dei presidenti delle Regioni è un tema intricato e soggetto a diverse interpretazioni. Tuttavia, la normativa statale in materia di elezioni regionali stabilisce chiaramente il divieto del terzo mandato per gli amministratori uscenti. Questa prescrizione ha origine dal principio della rotazione delle cariche pubbliche e dall’obiettivo di promuovere una maggiore partecipazione politica e una più equilibrata rappresentanza degli interessi regionali.In questo contesto, l’Avvocato dello Stato Ruggero Di Martino ha sottolineato con fermezza la natura vincolante di tale normativa durante un’intervista della Corte costituzionale. Egli ha ribadito che il presidente uscente di una Regione, dopo aver già assolto due mandati consecutivi, non può concorrere nuovamente alle elezioni per evitare la stabilizzazione eccessiva dei poteri regionali.È necessario precisare che la legge della Campania introduce un’eccezione alla normativa statale in questione, consentendo il terzo mandato. Tuttavia, questa disposizione si configura come una violazione delle regole generalmente stabilite per le elezioni regionali e potrebbe essere considerata incostituzionale.Per comprendere appieno la portata di tale argomento è essenziale riflettere sullo scopo della normativa statale in materia di elezioni regionali. Questa cerca di garantire un equilibrio tra stabilità amministrativa e innovazione politica, evitando che un singolo individuo mantenga il potere per troppo tempo. La rotazione delle cariche pubbliche è un mezzo fondamentale per promuovere la partecipazione politica, garantire una più equilibrata rappresentanza degli interessi regionali e prevenire la concentrazione esagerata del potere.In sintesi, il principio del divieto del terzo mandato per i presidenti delle Regioni è fondamentale per mantenere l’equilibrio tra stabilità amministrativa e innovazione politica. Tale norma mira a prevenire la stabilizzazione esagerata dei poteri regionali, garantendo una più equilibrata rappresentanza degli interessi regionali e promuovendo la partecipazione politica.

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