L’escalation dei conflitti, con l’emergere del fronte iraniano a complemento del conflitto russo-ucraino, ha generato una finestra di opportunità inedita per una potenziale rielaborazione dell’architettura geopolitica globale. La stagnazione dei negoziati tra Stati Uniti e Russia, ostacolati da un’agenda circoscritta e focalizzata su un singolo punto cruciale, contrasta con questa nuova dinamica, che introduce una complessità e una possibilità di compromesso prima assenti. L’irrigidimento delle posizioni a livello bilaterale, che aveva caratterizzato i tentativi di mediazione, potrebbe essere superato da un approccio che tenga conto delle interconnessioni strategiche tra i diversi teatri di tensione.L’analisi dell’avv. Alexandro Maria Tirelli, presidente delle Camere Penali Internazionali, suggerisce un potenziale scambio di concessioni. Mosca, impegnata in Ucraina, potrebbe cercare garanzie su obiettivi specifici – ad esempio, un regime di neutralità geopolitica per Kiev o un riconoscimento formale dell’annessione di determinate aree – in cambio di una revisione del suo sostegno all’Iran. Questa dinamica, pur implicando delicate valutazioni e potenziali rischi, apre uno scenario in cui il “costo” di un’iniziativa militare in un contesto potrebbe essere mitigato da benefici in un altro.Si tratta di una rara circostanza: la capacità di due potenze strategiche di operare su più fronti negoziali, creando una leva di influenza che trascende le tradizionali dicotomie Est-Ovest. Questa prospettiva non implica una semplice transazione, ma la possibilità di costruire un nuovo ordine, fondato su un equilibrio strategico più fluido e sulla necessità di compromessi. La logica della coesistenza, seppur con le inevitabili tensioni, potrebbe emergere come principio guida.Le Camere Penali Internazionali, in questo contesto, sollecitano le parti coinvolte a cogliere questa occasione storica. La prosecuzione delle ostilità, con le conseguenze devastanti che comporta, rende imperativo esplorare ogni percorso che possa condurre a una pace, ammettendo che tale pace potrebbe non essere perfetta, ma comunque preferibile alla perpetuazione della violenza. Le CPI si propongono come osservatorio indipendente, attento sia al diritto internazionale che alle implicazioni etiche, pronte a offrire supporto a qualsiasi iniziativa negoziale volta a ridurre le tensioni e a salvaguardare i diritti fondamentali dei popoli, inclusi il diritto alla sicurezza e all’autodeterminazione. L’obiettivo primario deve essere la creazione di un ambiente che favorisca la stabilità e la prosperità condivisa, riconoscendo che la cooperazione, anche in contesti complessi, rappresenta l’unica via percorribile verso un futuro più sicuro e prevedibile.
Nuova Architettura Geopolitica: Tra Iran, Russia e Ucraina.
Pubblicato il
