Nei prossimi giorni, la difesa di Alberto Stasi, rappresentata dagli avvocati Antonio De Rensis e Giada Bocellari, presenterà alla Procura di Pavia un’importante consulenza tecnica volta a sollevare interrogativi inediti sull’indagine relativa alla tragica scomparsa di Chiara Poggi. La perizia, oggetto di anticipazioni diffuse dal TG di La7, si concentrerà specificamente sull’impronta numero 33, rinvenuta sul muro di una scala nelle immediate vicinanze del luogo in cui fu ritrovato il corpo di Chiara il 13 agosto 2020.Questa impronta, precedentemente attribuita ad Andrea Sempio, figura chiave nell’inchiesta e attualmente in fase di valutazione per un possibile coinvolgimento, sarà sottoposta ad un’analisi forense avanzata, con l’obiettivo di individuare una potenziale “traccia biologica” che possa inficiare le attuali interpretazioni del suo significato. La ricerca si propone di escludere, o confermare, la presenza di materiale genetico diverso da quello di Sempio, aprendo la strada a possibili scenari alternativi rispetto a quelli finora considerati dagli inquirenti.La consulenza tecnica, frutto di un’approfondita analisi multidisciplinare, rappresenta un tassello cruciale nella strategia difensiva di Stasi, il quale, dopo anni di detenzione in seguito alla condanna per la morte di Chiara, cerca di fornire elementi che possano contribuire a una rivalutazione dei fatti. La presentazione di questa perizia non mira a negare la gravità della scomparsa di Chiara Poggi, bensì a garantire una ricostruzione accurata e completa della vicenda, basata su elementi scientifici e non solo su interpretazioni contestabili.L’importanza di questa analisi risiede nella potenziale capacità di mettere in discussione l’associazione diretta tra l’impronta e Sempio, un elemento chiave nell’impianto accusatorio a suo carico. L’identificazione di un profilo genetico differente potrebbe suggerire la presenza di terzi sul luogo del ritrovamento, modificando radicalmente la prospettiva investigativa e sollevando interrogativi cruciali sulle responsabilità di altri soggetti potenzialmente coinvolti. Si tratta, in sostanza, di un tentativo di ampliare il campo delle indagini, puntando a una verità più ampia e oggettiva, al di là delle narrazioni prevalenti.