Il tragico epilogo che ha visto Anastasia Trofimova, 28 anni, e la figlia Andromeda spegnersi a Villa Pamphili, il 7 giugno scorso, si arricchisce di un capitolo inquietante e rivelatore, grazie a una documentazione ufficiale emersa nell’ambito delle indagini. Un’informativa dei Carabinieri, trasmessa alla Procura di Roma, illumina un episodio precedente, risalente a data antecedente alla scoperta dei corpi, che testimonia come Anastasia fosse, in realtà, ancora in vita e in grado di interagire con l’ambiente circostante.L’episodio, avvenuto all’interno di uno Starbucks di Piazza San Silvestro, coinvolge Francis Kaufmann, vittima di un’aggressione fisica da parte di un soggetto non identificato. La presenza di Anastasia e della piccola Andromeda è esplicitamente menzionata nel resoconto dei militari dell’Arma. Questo dettaglio cruciale smentisce, di fatto, la presunzione di morte avvenuta antecedentemente al ritrovamento a Villa Pamphili, aprendo interrogativi significativi sulla ricostruzione degli eventi che hanno portato alla tragedia.L’intervento dei Carabinieri fu sollecitato dal titolare del bar, il quale, preoccupato per l’alterco in corso, richiese l’intervento delle forze dell’ordine. Tuttavia, al momento dell’arrivo dei militari, il trio – Anastasia, Francis e l’aggressore – si era già allontanato dal locale. L’impossibilità di identificare l’aggressore, aggravata dal fatto che la sua azione si è verificata in presenza della madre e della figlia, solleva interrogativi sulla sua possibile connessione con la dinamica successiva e il contesto generale che ha portato alla morte di Anastasia e Andromeda.L’informativa dei Carabinieri, pertanto, non solo fornisce una cronologia più precisa degli eventi, ma introduce elementi che suggeriscono una complessità narrativa precedentemente non considerata. La presenza di Anastasia in un luogo pubblico, interagendo con il suo ambiente, contrasta con l’immagine di una donna già preda di una condizione fatale. La vicenda dell’aggressione, unita all’incapacità di identificare l’aggressore, crea un quadro di vulnerabilità e di potenziale coinvolgimento di terzi, alimentando l’urgenza di un’indagine approfondita e di una ricostruzione integrale della sequenza degli eventi che hanno condotto alla scoperta dei corpi a Villa Pamphili. Si tratta, ora, di analizzare se l’aggressione subita possa rappresentare un indizio rilevante per chiarire le cause e le circostanze che hanno portato alla morte di madre e figlia, e di ricostruire il percorso che le ha condotte nel parco Pamphili, segnando un epilogo tragico e ancora avvolto nel mistero.
Nuova rivelazione sul caso Anastasia e Andromeda: aggressione e mistero
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