Nel 2025, Palermo celebra il centoventesimo anniversario della creazione de *I Carusi*, un’opera iconica che consacrò Onofrio Tomaselli (1866-1956) come interprete di un’epoca e di un territorio. Il Comune di Palermo, in collaborazione con la Galleria d’Arte Moderna Empedocle Restivo (GAM), promuove un’ampia retrospettiva, “Onofrio Tomaselli pittore nella Sicilia verista,” curata da Daniela Brignone e realizzata con il supporto dell’Assessorato Regionale al Turismo e di Agos spa. L’iniziativa, affidata ai servizi museali di Civita Sicilia, offre un’opportunità inedita di esaminare l’opera di Tomaselli alla luce di recenti studi, ampliandone il contesto storico e artistico e aggiornando il catalogo ragionato delle sue opere.La mostra non si limita a ripercorrere la carriera di Tomaselli, ma mira a collocare la sua produzione all’interno delle dinamiche più ampie del panorama artistico italiano tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. Tomaselli, pur rientrando nel filone del Verismo, si distingue per una sensibilità pittorica che trascende la semplice rappresentazione della realtà, elevandola a riflessione sulla condizione umana e sulla bellezza intrinseca del paesaggio siciliano, spesso segnato dalla fatica e dalla povertà. La sua pittura, filtrata attraverso una visione malinconica e intimista, rivela una profonda empatia per i suoi soggetti, dalle figure dei carusi alle immagini dei campi di mandorli in fiore.L’esposizione, arricchita da un catalogo pubblicato da 40due edizioni, presenta una selezione di 56 opere, spaziando tra il 1860 e il 1945, integrate da materiali documentari che ampliano la comprensione della sua poetica. Particolarmente significativa è la presenza di *Mandorli in fiore*, proveniente dalla collezione del Segretariato Generale della Presidenza della Repubblica, un capolavoro recentemente recuperato e che testimonia la capacità di Tomaselli di cogliere la bellezza del paesaggio siciliano in tutta la sua suggestività.La mostra dialoga inoltre con le opere di altri artisti siciliani dell’epoca, tra cui Natale Attanasio, Antonino Gandolfo, Filippo Liardo, Luigi Di Giovanni, Antonino Leto e Alessandro Abate, provenienti da collezioni pubbliche e private. Un elemento di particolare rilevanza è l’inclusione di *Zolfatarello ferito*, opera di Renato Guttuso, allievo di Tomaselli e autore de *La zolfara*, un’opera emblematica che denuncia le condizioni di sfruttamento minorile nelle zolfare. L’accostamento di queste due opere offre una potente testimonianza dell’evoluzione del tema sociale nel corso del tempo e del profondo influsso di Tomaselli sulla generazione successiva di artisti impegnati a rappresentare la realtà siciliana. La mostra si configura, dunque, non solo come un omaggio a un maestro, ma anche come un’occasione per riflettere sulla complessa eredità culturale e sociale della Sicilia.