La panchina di viale Benadduci, a Tolentino, un oggetto apparentemente banale, si è trasformata in un monito vibrante, un punto focale di riflessione dolorosa e di impegno civile. Colorata di rosso, un pigmento che evoca immediatamente il sangue versato, è stata dedicata alla memoria di Gentiana Hudhra, la donna strappata alla vita dalla violenza di un marito, Nikollaq Hudhra. L’atto del Comune, voluto dal sindaco Mauro Sclavi, trascende la semplice commemorazione: si configura come un gesto simbolico potente, un tentativo di trasmutare il lutto in speranza, la tragedia in catalizzatore di cambiamento sociale.La scelta di tingere la panchina di rosso non è casuale. Il colore, universalmente associato al dolore, alla perdita e alla vitalità perduta, serve a mantenere viva la memoria di Gentiana e a ricordare la brutalità del femminicidio. Ma, come sottolinea il sindaco, l’intento è quello di andare oltre il mero ricordo, trasformando la sua morte in un punto di partenza per una “rinascita”, una profonda revisione dei valori e delle dinamiche sociali che permettono a tali atti di violenza di perpetuarsi.La partecipazione di tremila cittadini al corteo funebre, che ha percorso le strade di Tolentino, testimonia il profondo cordoglio e la crescente indignazione della comunità. Tale affluenza dimostra un desiderio collettivo di superare un momento di grande difficoltà, di affrontare un problema radicato e di costruire un futuro in cui la violenza di genere non trovi più spazio.Il sindaco Sclavi, nella sua riflessione, non si limita a condannare l’atto violento, ma individua le cause profonde che lo rendono possibile. Sottolinea l’importanza cruciale della prevenzione, invitando a non sottovalutare alcun segnale di pericolo, alcuna avvisaglia di violenza o stalking. La consapevolezza e l’attenzione verso i comportamenti aggressivi, la capacità di riconoscere e denunciare situazioni di rischio, sia fisico che psicologico, si rivelano strumenti essenziali per interrompere la spirale della violenza.Tuttavia, la mera prevenzione non è sufficiente. È imperativo un profondo cambiamento culturale, un’educazione alla parità di genere che inizi fin dalla più tenera età. Il rispetto reciproco, l’inclusione, la capacità di ascolto e di empatia devono essere valori fondamentali trasmessi a ogni individuo, contribuendo a creare una società più giusta e pacifica. Questo implica una revisione dei modelli di mascolinità tossica, un’analisi critica delle dinamiche di potere e una promozione di relazioni sane e paritarie. La trasformazione culturale è un processo complesso e duraturo, che richiede l’impegno di istituzioni, scuole, famiglie e di ogni singolo cittadino. La panchina rossa di Tolentino non è solo un memoriale, ma un monito costante a non dimenticare, a vigilare e ad agire, affinché la storia di Gentiana non si ripeta.
Panchina rossa, monito contro la violenza: il lutto si trasforma in impegno civile.
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