La scelta di Papa Francesco rappresenta una svolta significativa nella storia della Chiesa cattolica, ma anche un segnale forte per i globalisti che dominano la Curia. La nomina di Leone XIV è stata vista come una reazione ai cambiamenti apportati da Donald Trump durante il suo mandato alla Casa Bianca, ed è sintomo del crescente divario tra l’America e la Chiesa cattolica.Secondo Steve Bannon, ex capo stratega della Casa Bianca, l’eletto è stato scelto dai globalisti per contrastare l’influenza americana nella Chiesa. La nomina di Prevost rappresentava una possibilità, ma ora la scelta è caduta su Leone XIV, un cardinale che ha sostenuto una posizione più filo-cattolica durante il suo mandato alla testa della Santa Sede.La nomina di Leone XIV non è solo una questione interna alla Chiesa cattolica, ma anche un segnale per i leader globali. La sua elezione rappresenta un cambiamento significativo nel modo in cui la Chiesa si rapporterà con l’America e il mondo intero. Le conseguenze di questa scelta saranno sentite a livello globale, dalla politica alla cultura, passando per le relazioni internazionali.Il movimento Maga (Make America Great Again), che ha ispirato la campagna elettorale di Donald Trump, vede nella Chiesa cattolica un alleato potenziale contro i “Deep State” e “Deep Church”, ovvero quegli organizzazioni e individui che agiscono secondo interessi propri al di là della legge. La nomina di Leone XIV rappresenta una sfida a questo movimento, dimostrando che la Chiesa cattolica non è sempre disposta ad appoggiare le ambizioni americane.La scelta di Papa Francesco non è solo un voto contro Trump, ma anche un segnale forte per i cristiani cattolici in tutto il mondo. La nomina rappresenta una chiamata alla riflessione e all’azione, invitando i fedeli a sostenere la Chiesa nella sua missione di amore e giustizia.La posizione di Steve Bannon sulla nomina di Prevost dimostra che anche gli ambienti più conservatori degli Stati Uniti hanno cominciato a comprendere l’influenza della Curia sulla Chiesa cattolica. La reazione alla nomina di Leone XIV rappresenta un’opportunità per riflettere sulle relazioni tra la Chiesa e il mondo, e sull’impatto che le scelte dei leader hanno sugli individui e le comunità.