Il Partito Democratico marchigiano si trova di fronte a un bivio cruciale, con la discussione sul terzo mandato che infiamma le dinamiche interne in vista delle prossime elezioni provinciali di Ancona e Fermo. Il nodo cruciale risiede nell’applicazione del regolamento del partito, che prevede la possibilità di deroghe per i consiglieri in scadenza di mandato, una decisione ora delegata alle federazioni provinciali su impulso della segreteria regionale. Questa circostanza, preludio alla definizione della lista dei candidati, acuisce le divisioni ideologiche all’interno del partito. La posizione del candidato alla presidenza delle Marche, Matteo Ricci, sembra orientata a favorire le deroghe, mentre una parte significativa della base dem spinge per una chiusura definitiva della questione.Il dibattito si concentra in particolare su tre figure chiave, ciascuna portatrice di sensibilità e aspettative diverse. Antonio Mastrovincenzo, consigliere regionale anconetano e uno dei più votati nel 2020, ha formalmente rinunciato alla possibilità di un terzo mandato, una decisione che, per molti, appare più dettata da pressioni esterne che da una libera scelta personale. Manuela Bora, anch’essa consigliera regionale e con un passato da assessora, esprime forti dubbi sulla definitiva natura di questa rinuncia, interpretandola come il prodotto di dinamiche politiche complesse. Bora sottolinea l’importanza di tutelare figure di spicco come Mastrovincenzo, manifestando la propria disponibilità a valutare positivamente la possibilità di un terzo mandato, ribadendo un’assoluta fiducia nella decisione finale del partito. Con un monito diretto a coloro che avranno il compito di decidere, Bora afferma: “Chi fa le regole non si candidi”.A Fermo, la situazione è altrettanto tesa. Fabrizio Cesetti, consigliere all’Assemblea legislativa regionale, adotta un approccio più cauto, invocando un principio di trasparenza e correttezza: le regole devono essere applicate in modo uniforme, senza favoritismi o logiche ad hoc. Cesetti, pur ribadendo la propria disponibilità a rimanere coinvolto attivamente nella campagna elettorale, ha ricevuto sollecitazioni da parte di sindaci, cittadini e imprenditori, ma non ha dato una risposta definitiva alla possibilità di una propria candidatura, lasciando la decisione alla direzione provinciale.Il panorama politico è ulteriormente arricchito dalla dichiarazione di Anna Casini, capogruppo dei dem in Consiglio regionale, che ha annunciato la propria decisione di non ricandidarsi, una scelta condivisa all’interno del partito. Pur riconoscendo l’emergere di nuove energie e il potenziale contributo dei giovani, Casini non esclude che, in una prospettiva più ampia, il terzo mandato possa rivelarsi uno strumento utile per il partito.In questo contesto di fermento politico, il Partito Democratico si prepara ad affrontare un appuntamento significativo: la Festa dell’Unità delle Marche ad Ancona, un evento che vedrà anche la partecipazione della segretaria nazionale, Elly Schlein, e che rappresenterà un momento di riflessione e confronto per il partito, alla vigilia di un percorso elettorale cruciale per il futuro delle Marche. La questione del terzo mandato, lungi dall’essere una mera formalità regolamentare, si rivela quindi un barometro delle tensioni ideologiche e delle ambizioni individuali che animano il PD marchigiano, un termometro che misura la capacità del partito di rinnovarsi e di proiettarsi verso il futuro.
PD Marche: Bivio sul Terzo Mandato, Tensioni e Rinnovamento
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