Il 31 maggio, da Ancona, è partita un’iniziativa ciclistica di profondo significato umano e sociale: “Pedala con ResQ”. Questo viaggio in bicicletta, esteso per 537 chilometri, non è una semplice competizione sportiva, ma un percorso simbolico teso a illuminare e dare voce alle complesse traiettorie dei migranti, culminando a Trieste, città portuale dal profondo retaggio storico e oggi crocevia cruciale delle rotte migratorie e delle politiche, spesso problematiche, che ne regolano l’accesso ai diritti fondamentali e alla dignità.Il gruppo di ciclisti volontari, atteso a Trieste verso le 16:30, intende innanzitutto visitare il Centro diurno di via Udine 19, luogo di accoglienza e di ascolto, per poi spostarsi in Piazza della Libertà, di fronte alla stazione ferroviaria, dove, alle ore 18:30, è in programma un momento di incontro e condivisione aperto a tutta la cittadinanza. Saranno presenti, insieme ai ciclisti, rappresentanti di ResQ e di ICS (Italian Council for Refugees), due realtà impegnate a vario titolo nella difesa dei diritti dei migranti.ResQ, un’organizzazione non governativa attivamente impegnata in operazioni di soccorso nel Mediterraneo, svolge anche un ruolo cruciale a Trieste, collaborando con ICS per offrire supporto e accoglienza. L’idea alla base di “Pedala con ResQ” è di tracciare, attraverso i chilometri pedalati, un filo conduttore tra luoghi significativi di queste storie spesso drammatiche, definendoli come tappe di un viaggio forzato. Ancona, ad esempio, rappresenta un “porto sicuro”, designato dal Governo come punto di approdo per le navi di soccorso, un destino che impone a queste imbarcazioni una risalita ardua e spesso inutile attraverso l’Adriatico, esponendo equipaggi e migranti a condizioni meteorologiche avverse. Trieste, d’altro canto, è una città dal ricco passato di scambi culturali, un ponte tra l’Oriente e l’Occidente, che oggi si trova a confrontarsi con la complessa realtà dei migranti che percorrono la rotta balcanica, spesso esposti a sfruttamento e violenza.L’iniziativa ciclistica non si limita ad una riflessione simbolica; si configura anche come un’opportunità concreta per raccogliere fondi a sostegno di ResQ, con una modalità semplice e partecipativa: un euro per ogni chilometro pedalato, un gesto che unisce impegno fisico e solidarietà umana, amplificando la voce di chi troppo spesso è costretto a viaggiare senza una meta certa, in cerca di un futuro dignitoso. Il progetto mira a sensibilizzare l’opinione pubblica, promuovendo una cultura dell’accoglienza e della responsabilità, e a sollecitare politiche migratorie più giuste ed umane.
Pedala con ResQ: un viaggio in bici per i diritti dei migranti
Pubblicato il
