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giovedì, 8 Maggio 2025
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Pensione al femminile: la discriminazione salariale in Italia contro le donne di età avanzata

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Il divario di genere nell’Italia dei pensionati ultracinquantenni è una questione di attualità che condiziona pesantemente il posizionamento del nostro paese nelle classifiche europee relative alla percezione della pensione da parte degli over 50. I dati forniti dall’Istituto Nazionale di Statistica (Istat) nel documento ‘Pensione e partecipazione al mercato del lavoro dei 50-74enni’ relativo all’anno 2023, evidenziano come il problema sia particolarmente accentuato tra le donne rispetto agli uomini.La statistica rivela che solo il 68,3% delle donne comprese nella fascia di età 65-74 anni riceve un trattamento pensionistico, mentre l’87,7% degli uomini beneficiano della stessa opportunità. Al contempo, il 26,8% delle donne appartenenti alla stessa fascia d’età non lavora e non ha accesso a nessuna forma di pensione, percentuale che risulta essere quasi cinque volte più alta rispetto quella degli uomini (5,7%).Un rapporto simile è osservabile anche nella fascia d’età compresa tra i 50 e i 64 anni, dove il 40,5% delle donne non lavora né riceve una pensione a fronte del 15,4% degli uomini. La componente femminile, secondo l’Istat, si distingue nettamente da quella maschile per vari fattori tra cui tassi di occupazione più bassi, carriere lavorative più corte e discontinue nonché la presenza di una quota considerevole di individui che mai hanno svolto un’attività professionale. Tali aspetti concorrono a determinare un forte rischio di vulnerabilità economica nella tarda età, problema che assume particolare rilevanza nel contesto delle politiche sociali volte a garantire una maggiore inclusione e protezione dei cittadini anziani.

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