La stagione del Piccolo Teatro di Milano, inaugurata con la suggestiva eco di una frase di Salinger e con il pensiero del drammaturgo Bernard-Marie Koltès, si configura come un’indagine profonda e stratificata sui legami umani, annunciata dal direttore artistico Claudio Longhi e dal direttore generale Lanfranco Li Cauli, figure cardine di un’istituzione destinata a celebrare il suo settantesimo anniversario nel 2027.La parola chiave che definisce questa programmazione è “complemento”, non intesa come mero accessorio, ma come elemento essenziale per la definizione di un’identità e per la costruzione di una comunità. L’indagine si focalizza sul rapporto interpersonale, declinato nelle sue molteplici sfumature: dal binomio io-tu, all’ampiezza del noi-voi, fino alla complessità dei rapporti plurale egli-ella-loro. Il cuore della riflessione risiede nello spazio intermedio, nel vuoto che si apre tra gli individui, un terreno fertile dove germinano la vita sociale, la resilienza e la capacità di riconoscersi nell’altro, di compensare le proprie mancanze e ampliare i propri orizzonti.Longhi, che curerà la regia de “Miracolo a Milano”, sottolinea come questo spazio relazionale, spesso trascurato o evitato, sia cruciale per comprendere le dinamiche del presente e per immaginare un futuro condiviso. Non si tratta di una semplice analisi sociologica, ma di un’esplorazione filosofica che interroga il significato dell’esistenza umana, inscindibilmente legata alla relazione con gli altri.Il Piccolo Teatro intende ampliare la sua vocazione, superando i confini tradizionali del palcoscenico. Un nuovo gruppo di artisti associati, arricchito dalla presenza di figure di spicco nel mondo scientifico, come Amalia Ercoli Finzi, testimonia questo approccio interdisciplinare. La ricca programmazione prevede un articolato intreccio di produzioni originali (13), collaborazioni internazionali (8), prime assolute che aprono a nuove voci e sperimentazioni (4) e un ampio calendario di spettacoli ospiti, che accoglie diverse prospettive artistiche. Non mancano iniziative dedicate alla formazione delle nuove generazioni e all’apertura al territorio, segnando un impegno concreto verso la comunità. Questa stagione ambisce a essere un catalizzatore di dialogo e riflessione, un luogo dove l’arte incontra la scienza e la cultura si fa strumento di crescita e cambiamento.