La comunità di Piegaro ha formalmente espresso, attraverso la consegna di oltre mille firme alla Prefettura, una forte contrarietà alla realizzazione di una struttura permanente per l’accoglienza di richiedenti asilo. L’iniziativa, promossa dal sindaco Roberto Ferricelli, riflette una profonda preoccupazione diffusa tra i residenti e si pone come punto di partenza per la ricerca di un modello di accoglienza più coerente con le peculiarità del territorio e le esigenze di tutti gli attori coinvolti.La decisione di presentare una petizione non è frutto di un’opposizione generalizzata all’accoglienza, ma di una valutazione critica rispetto alla forma proposta e alle sue potenziali conseguenze. Un comitato spontaneo, in fase di strutturazione, si fa carico di raccogliere e rappresentare le istanze di una vasta porzione della popolazione, convinta che la costruzione di un centro di grandi dimensioni sia inadeguata sia per i beneficiari dell’accoglienza che per la comunità locale.Le ragioni di tale contrarietà si articolano su diversi piani. Innanzitutto, emerge una questione di contesto territoriale: Piegaro, con la sua vocazione rurale e la relativa scarsità di infrastrutture, non appare adeguatamente attrezzata per supportare una struttura di tale portata. L’isolamento geografico, unito alla carenza di servizi essenziali come trasporti, assistenza sanitaria e opportunità di integrazione sociale, rischia di generare situazioni di disagio per i richiedenti asilo e di compromettere la qualità della vita dei residenti.A ciò si aggiungono considerazioni di sicurezza e di ordine pubblico. La presenza di forze dell’ordine già insufficienti per garantire un efficace controllo del territorio, unita alla complessità derivante dalla gestione di una popolazione numerosa e potenzialmente vulnerabile, solleva legittimi timori per la sicurezza della comunità.Un altro punto cruciale è rappresentato dalla questione della proporzionalità. La petizione richiama le linee guida di Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani), che suggeriscono una soglia massima di 2,5 ospiti per ogni 1.000 residenti, al fine di garantire una distribuzione equilibrata dell’accoglienza sul territorio. La realizzazione di una struttura permanente a Piegaro, con la sua potenziale capacità ricettiva, rischia di superare significativamente tale limite, creando uno squilibrio che potrebbe generare tensioni sociali e difficoltà di gestione.Il sindaco Ferricelli, pur manifestando l’intenzione di collaborare con la Prefettura per individuare soluzioni alternative, esprime l’auspicio che si possa orientare la scelta verso modelli di accoglienza diffusa, in grado di garantire un’ospitalità dignitosa e integrata nel tessuto sociale, nel pieno rispetto della proporzionalità e delle caratteristiche specifiche del territorio. L’obiettivo è perseguire una gestione dell’accoglienza che non si traduca in un peso per la comunità, ma che diventi un’opportunità di crescita e di scambio culturale. L’approccio privilegiato dovrebbe mirare a una dispersione dell’accoglienza su più nuclei familiari e strutture private, in modo da favorire l’integrazione e la responsabilizzazione di tutti gli attori coinvolti.
Piegaro dice no: mille firme contro il centro per migranti.
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