La filiera del pomodoro, pilastro dell’agroalimentare italiano, si trova ad affrontare una sfida complessa: la prevenzione e la gestione delle contaminazioni da tossine prodotte da funghi del genere *Alternaria*. Un problema che incide non solo sulla qualità del prodotto finito, ma anche sulla sicurezza alimentare e sulla sostenibilità economica dell’intera filiera, dalla coltivazione alla trasformazione.Per rispondere a questa necessità, l’istituto di genetica molecolare Biogem, con sede ad Ariano Irpino, ha condotto uno studio approfondito, i cui risultati saranno presentati domani presso la Reggia di Portici. L’iniziativa, promossa dall’Ordine dei Tecnologi Alimentari di Campania e Lazio, si inserisce in un più ampio progetto volto a tutelare il pomodoro campano, una delle eccellenze del territorio, e vedrà il coinvolgimento di figure istituzionali di spicco, tra cui il sottosegretario all’Agricoltura, Luigi D’Eramo, e l’assessore regionale, Nicola Caputo.Il cuore dello studio, coordinato dal responsabile del laboratorio di bioanalitica Giuseppe Raucci, risiede nello sviluppo di una metodologia di analisi quantitativa innovativa, in grado di rilevare con precisione le tossine *Alternaria* in ogni fase della filiera produttiva. Questo approccio non si limita alla mera identificazione, ma mira a quantificare con esattezza la presenza di queste tossine, fornendo dati cruciali per la valutazione del rischio e l’implementazione di strategie preventive mirate.La metodologia sviluppata da Biogem si distingue per la sua capacità di affrontare la complessità dei fenomeni biologici coinvolti, integrando competenze di genetica molecolare, bioanalitica e tecnologie avanzate. L’obiettivo è quello di fornire strumenti affidabili e riproducibili per i professionisti del settore, consentendo loro di monitorare costantemente la qualità del pomodoro e di adottare misure correttive tempestive in caso di necessità.Il convegno di Portici rappresenterà un’occasione importante di confronto tra i ricercatori di Biogem, i partner scientifici e commerciali del progetto, e gli esperti del settore, tra cui i professori Salvatore Velotto e Pasquale Ferranti, figure di riferimento del Dipartimento di Agraria dell’Università Federico II di Napoli. Il dibattito si concentrerà sulle implicazioni pratiche dello studio, sulle possibili applicazioni industriali della metodologia sviluppata, e sulle prospettive future per la ricerca nel campo della sicurezza alimentare. Si auspica inoltre che questo studio possa contribuire a rafforzare la reputazione del pomodoro campano, promuovendone la commercializzazione e sostenendo l’economia locale.
Pomodoro a rischio Alternaria: Biogem presenta una nuova analisi
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