La ricostruzione del ponte all’Occhiale, a Molina Aterno, nel cuore dell’Abruzzo, si prospetta come un capitolo lungo e complesso, con un completamento previsto non prima dell’estate del 2027. La notizia, comunicata ufficialmente dalla Provincia dell’Aquila al sindaco Luigi Fasciani attraverso un dettagliato cronoprogramma, segna un punto fermo atteso a lungo dalla comunità locale, ma sottolinea anche la persistenza di notevoli disagi.L’attesa, estenuante per i residenti, è il risultato di una concatenazione di eventi che hanno investito la valle dell’Aterno. Il crollo del ponte, avvenuto il 18 gennaio 2023, fu causato da una piena eccezionale del fiume, un fenomeno amplificato da un contesto di fragilità idrogeologica preesistente, caratterizzato da una gestione del territorio che non ha saputo prevenire adeguatamente i rischi. La forza impetuosa dell’acqua, caricata di detriti e ingombrante materiale vegetale, divenne un agente di distruzione, interrompendo bruscamente la viabilità e isolando parte del territorio.Il ritardo nella ricostruzione non è solamente una questione di complessità tecnica, che inevitabilmente richiede tempo e risorse. È anche il risultato di un percorso investigativo volto a chiarire le responsabilità del crollo. Recentemente, due tecnici del Genio Civile sono stati rinviati a giudizio per la loro presunta negligenza, e il processo si svolgerà a febbraio 2026, suggerendo un’analisi approfondita delle dinamiche che hanno portato al disastro. Questo processo giudiziario, pur necessario per accertare eventuali colpe, ha contribuito a rallentare il processo decisionale e l’avvio dei lavori di ricostruzione.La comunità di Molina Aterno, e più in generale l’intera area dell’Alto Sangro, si trova quindi a convivere con una ferita aperta, non solo fisica ma anche emotiva. La mancanza del ponte ha impatti significativi sulla vita quotidiana dei residenti, che si trovano costretti a percorsi alternativi più lunghi e complessi, con conseguenti ripercussioni economiche e sociali. La ricostruzione, oltre a ripristinare la connessione fisica, rappresenta un’opportunità per ripensare la gestione del territorio, rafforzare la resilienza della comunità e investire in infrastrutture più sicure e sostenibili, in grado di affrontare le sfide poste dai cambiamenti climatici e dall’aumento degli eventi estremi. La speranza è che, al termine di questo lungo percorso, il nuovo ponte all’Occhiale non sia solo un manufatto di ingegneria, ma un simbolo di rinascita e di un futuro più sicuro per l’intera valle dell’Aterno.
Ponte all’Occhiale: la ricostruzione slitta al 2027, un’attesa infinita.
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