La comunità friulana si è stretta attorno al sindaco di Preone, Andrea Martinis, e al coordinatore della Protezione Civile comunale, Renato Valent, con una manifesta di sostegno che ha visto la partecipazione di una ventina di primi cittadini e rappresentanti di enti locali provenienti dalla Carnia, dal Gemonese e dal Canal del Ferro. La loro presenza in tribunale a Udine, durante l’udienza preliminare relativa al tragico evento del 29 luglio 2023, che ha visto la perdita del volontario Giuseppe De Paoli, testimonia una profonda riflessione sulla delicata questione della responsabilità dei sindaci nell’impiego del personale di volontariato.Il caso, che vede Martinis e Valent accusati di omicidio colposo, solleva interrogativi cruciali sull’applicazione del D.Lgs. 81/2008, il Testo Unico sulla Salute e Sicurezza sul Lavoro, e sulla sua interpretazione in relazione all’attività di Protezione Civile. L’attuale quadro legislativo, infatti, equipara i sindaci a datori di lavoro quando si tratta di impiegare volontari, una condizione che i primi cittadini ritengono inesatta e richiedono venga profondamente rivista. Tale equiparazione espone gli amministratori locali a pesanti responsabilità legali in caso di incidenti, anche quando l’azione svolta dai volontari è dettata dalla generosità e dall’impegno civico.La vicenda, definita una “udienza tecnica” in attesa di un approfondimento sostanziale fissato per il 24 giugno, ha scatenato un dibattito più ampio sulla necessità di una regolamentazione più chiara e adeguata del ruolo dei volontari nella Protezione Civile. La difesa degli imputati ha sottolineato come la figura del sindaco, in veste di responsabile comunale per la Protezione Civile, non possa essere assimilata a quella di un datore di lavoro, auspicando l’esclusione dell’applicazione integrale delle norme previste per i rapporti di lavoro subordinato.La giunta regionale del Friuli Venezia Giulia ha risposto all’emergenza con un atto di coraggio e lungimiranza, approvando una misura volta a garantire la copertura delle spese legali per situazioni analoghe a quella di Preone. L’assessore regionale alla Protezione Civile, Riccardo Riccardi, ha giustamente sottolineato l’inaccettabilità di esporre a rischi legali coloro che si dedicano gratuitamente al servizio della comunità. Parallelamente, la Regione sta lavorando su una nuova normativa, in collaborazione con il Dipartimento Nazionale della Protezione Civile, che miri a uniformare la disciplina applicabile ai volontari, prevedendo un percorso formativo e informativo sull’uso dei dispositivi di protezione individuale. L’iniziativa, attualmente in fase di perfezionamento, prevede un iter complesso che coinvolge le Avvocature regionali, i Ministeri del Lavoro e della Salute e, infine, la Presidenza del Consiglio dei Ministri, con l’obiettivo di apportare modifiche sostanziali al D.Lgs. 81/2008 e di tutelare efficacemente sia i volontari che gli amministratori locali. La speranza è di definire un quadro normativo che riconosca il valore inestimabile del servizio di volontariato, garantendo al contempo la sicurezza e la formazione adeguate per chi vi partecipa.
Preone, il caso De Paoli: sindaci sotto accusa e volontari a rischio
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