mercoledì, 2 Luglio 2025
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PSA: Allarme in Liguria e Piemonte, i casi superano i 1900.

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La situazione epidemiologica relativa alla Peste Suina Africana (PSA) nel nord Italia, in particolare Liguria e Piemonte, presenta un quadro in evoluzione che richiede un’attenta monitoraggio e azioni mirate. Un’ondata di nuovi casi ha recentemente colpito la provincia di Genova, specificatamente a Rapallo, dove si registrano due ulteriori positività, portando il numero totale di casi in quella località a sei. Questo incremento, come riportato dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, eleva a 1.120 il numero complessivo di casi di PSA rilevati in Liguria.A fronte di questa escalation in Liguria, la situazione in Piemonte appare, al momento, più stabile. Non sono state rilevate nuove infezioni tra le popolazioni di cinghiali selvatici, mantenendo invariato il bilancio regionale a 786 casi complessivi. L’insieme delle due regioni, quindi, accumula un totale allarmante di 1.906 casi di Peste Suina Africana. Fortunatamente, fino ad oggi, non si sono verificati nuovi focolai negli allevamenti suinicoli piemontesi, un aspetto cruciale per la salvaguardia del settore zootecnico.L’epidemia, purtroppo, si estende su un territorio vasto. Ben 186 Comuni in Liguria e Piemonte hanno riscontrato almeno un caso di PSA, indicando una diffusa circolazione del virus. Il rischio di ulteriore propagazione è elevato, soprattutto considerando le abitudini migratorie dei cinghiali, vettore principale della malattia. La presenza di nove focolai in allevamenti suinicoli, sebbene fermi, testimonia la vulnerabilità del comparto e sottolinea l’importanza di misure di biosicurezza rigorose e di un controllo costante delle strutture zootecniche.La PSA rappresenta una seria minaccia non solo per la salute degli animali, ma anche per l’economia delle regioni coinvolte, con potenziali ripercussioni sulla filiera suinicola e sull’immagine dei prodotti locali. L’implementazione di strategie di controllo integrate, che combinino sorveglianza attiva, misure di prevenzione e, laddove necessario, abbattimento mirato delle popolazioni infette, è essenziale per contenere l’epidemia e mitigare i suoi impatti. La collaborazione tra le istituzioni, i veterinari, gli allevatori e i cittadini è fondamentale per affrontare questa sfida complessa e proteggere il patrimonio zootecnico e la sicurezza alimentare del territorio.

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