La situazione produttiva dello stabilimento Purem by Eberspächer a Castellalto, in provincia di Teramo, desta profonda apprensione in Fiom Cgil e Fim Cisl, segreterie provinciali che esprimono una preoccupazione radicata in dinamiche industriali complesse e potenzialmente destabilizzanti. L’osservazione di un progressivo deflusso di processi produttivi, ovvero di codici di lavorazione e know-how essenziali, verso altre sedi aziendali, non si accompagna a un corrispondente afflusso di nuove attività o commesse. Questa disarmonia, se confermata, rischia di compromettere la vitalità del sito e di proiettare un’ombra significativa sul futuro occupazionale dei lavoratori, che hanno già vissuto, in passato, l’incubo di una potenziale delocalizzazione in Romania, poi fortunatamente scongiurata.L’emergenza castellatese si configura non come un evento isolato, ma come sintomo di una crisi strutturale che affligge l’intero comparto automotive italiano. L’adozione di strategie aziendali, anche da parte di colossi del settore come Stellantis – cliente chiave di Purem – appare, in molti casi, distante da una visione strategica orientata all’investimento e al rilancio del tessuto industriale nazionale. Tale orientamento, spesso dettato da logiche di ottimizzazione del costo del lavoro e di massimizzazione del profitto a breve termine, ignora le peculiarità del contesto italiano e le sue potenzialità. Fiom e Fim, consapevoli della complessità della situazione, hanno richiesto e ottenuto un incontro urgente, previsto per l’11 giugno, con l’Amministratrice Delegata, Paola Cugliero, e il Plant Manager, Marco Matteucci, figura di spicco nella sezione Automotive di Confindustria Medio Adriatica. L’obiettivo è ottenere chiarimenti puntuali e trasparenti sui piani industriali futuri, definendo con precisione quali codici produttivi manterranno la loro sede a Castellalto e quali nuovi progetti verranno allocati, con l’imperativo di garantire continuità produttiva e la salvaguardia dei posti di lavoro. Ogni deviazione dagli impegni presi con le organizzazioni sindacali dovrà essere oggetto di un dialogo costruttivo e preventivo, rifiutando qualsiasi forma di comunicazione a posteriori.La crisi di Purem si intreccia, inoltre, con una crescente assenza dello Stato, incapace di elaborare una politica industriale efficace, in grado di sostenere una transizione ecologica e sociale equa e orientata alla protezione del lavoro e della produzione in Italia. Un approccio miope e reattivo non può essere l’alternativa a una visione strategica che promuova lo sviluppo sostenibile e la creazione di valore a lungo termine.Fiom Cgil e Fim Cisl ribadiscono il loro impegno a vigilare con determinazione, con l’obiettivo primario di tutelare i diritti dei lavoratori e garantire un futuro certo per le lavoratrici e i lavoratori coinvolti nello stabilimento di Castellalto. Si auspica che l’incontro dell’11 giugno fornisca risposte chiare, concrete e rassicuranti, ponendo le basi per un futuro di sviluppo e prosperità per l’intero territorio. La difesa del lavoro e la promozione di un’industria italiana competitiva e socialmente responsabile rappresentano un imperativo categorico.