Quando il fratello si vestirà della sua nuova veste da Papa.

Quel momento rimarrà impresso nella mia memoria per sempre. Era il giorno dell’elezione di mio fratello Roberto al soglio pontificio, e io ero al telefono con mia nipote quando è successo. Non riuscivamo a crederci, neanch’io, anche se avevo previsto questo risultato già da tempo.Tutti i dispositivi in casa, da quel cellulare all’iPad passando per il telefono di casa, sono andati fuori controllo, e non solo. La notizia della sua elezione a Papa ha travolto l’intero mondo cattolico e ha lasciato senza fiato chiunque sia appassionato di storia ecclesiastica.Mio fratello Roberto è il più giovane di tre figli, cresciuti nella periferia sud di Chicago da un padre che lavorava come sovrintendente scolastico e una madre che gestiva la biblioteca locale. Non avevamo avuto un’infanzia normale? Sì, ma nonostante le circostanze, sapevamo già da bambini cosa volevamo fare con la nostra vita.Mio fratello Roberto ha sempre voluto diventare prete, sin da quando imparava a camminare. C’era stato anche un vicino che, tempo fa, gli aveva detto di poter diventare Papa un giorno. Una previsione azzeccata? Non era chiaro ancora allora.Il giorno prima dell’inizio del conclave ci siamo sentiti al telefono e abbiamo parlato del nome che avrebbe scelto nel caso fosse stato eletto Papa. Gli avevo detto di non scegliere il nome “Leone” perché sarebbe stato… anormale. Sembra che abbia fatto la sua ricerca.Ho pensato allora a mio fratello mentre crebbe tra le mura della nostra casa di periferia, con quel sogno che lo accompagnava ovunque andasse, e sono stato commosso dal ricordo dei tempi passati, lontani e pur sempre presenti in ogni momento del nostro cammino di vita.