L’attività investigativa congiunta tra Carabinieri e Polizia, orchestrata dalla Procura della Repubblica di Biella, ha portato all’arresto di tre individui accusati di aver commesso una rapina a mano armata presso l’ufficio postale di Candelo. L’operazione, coordinata dal Procuratore Ruggero Mauro Crupi e dalla sostituto Paola Francesca Ranieri, con il contributo determinante del Luogotenente Edoardo Solari, responsabile del Nucleo Investigativo dei Carabinieri, e del Commissario Filippo Barba, capo della Squadra Mobile, ha permesso di ricostruire la dinamica del crimine e di identificare i responsabili.Le indagini, avviate immediatamente dopo la rapina, hanno portato a individuare inizialmente due uomini, rispettivamente di 39 e 45 anni, residenti nel Biellese ma con origini calabresi e pugliesi. Significativo il fatto che uno dei due abitasse a brevissima distanza dall’obiettivo della rapina, suggerendo un’attenta pianificazione e conoscenza del territorio. Il terzo componente della banda, un uomo di 60 anni residente in provincia di Verbania, è stato identificato in un secondo momento. Per i primi due individui, la convalida dell’arresto è già stata disposta, con conseguente applicazione della custodia cautelare in regime carcerario, mentre per il terzo è in attesa di valutazione da parte del Giudice per le Indagini Preliminari (GIP).La ricostruzione degli eventi ha rivelato un quadro complesso e strutturato. L’identificazione del “regista” dell’azione criminale è stata resa possibile dall’analisi delle immagini di videosorveglianza, che hanno permesso di riconoscere il volto del rapinatore. L’uomo, armato di pistola, ha fatto irruzione nell’ufficio postale, minacciando il personale addetto alle operazioni di cassa e sparando tre colpi in aria per intimidire. Il bottino, purtroppo per i criminali, è risultato essere limitato a soli 600 euro.Al fine di depistare le indagini, i rapinatori hanno inscenato un finto furto d’auto, tentando di far credere che il veicolo utilizzato per la fuga fosse stato depredato. In realtà, si è scoperto che l’auto era stata affittata da uno dei complici, un elemento che ha contribuito in modo significativo alla loro identificazione. La fuga è proseguita verso il comune di Chiavazza, dove l’auto è stata deliberatamente incendiata per distruggere eventuali tracce e ostacolare le indagini. L’abilità degli investigatori ha permesso di superare questo tentativo di depistaggio e di portare a termine l’operazione con successo, dimostrando l’efficacia della collaborazione tra le forze dell’ordine e della Procura in questo caso di particolare gravità. L’indagine ora prosegue per accertare eventuali ulteriori complici e per ricostruire la rete di relazioni che ha portato alla pianificazione e all’esecuzione del crimine.
Rapina a Candelo: Arrestati tre individui, indagini serrate
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