L’imminente trasferimento di Tijjani Reijnders al Manchester City segna un capitolo inaspettato e delicato nella stagione del Milan. Negoziati apparentemente definitivi vedono il club inglese pronto a sborsare una cifra considerevole, stimata attorno ai 70 milioni di euro, comprensiva di bonus legati alle prestazioni del giocatore e a obiettivi di squadra. Per l’olandese, l’offerta prevede un contratto di lunga durata, quinquennale, a testimonianza dell’interesse concreto e duraturo del Manchester City. Nonostante la sensazione di un accordo ormai concluso, l’ufficialità attende ancora il via libera finale e la formalizzazione di tutti i dettagli contrattuali.La decisione di cedere Reijnders, considerato da molti un pilastro fondamentale del progetto milanista, si inserisce in una complessa strategia finanziaria. L’assenza di introiti derivanti dalla partecipazione alle competizioni europee – un duro colpo per le finanze del club – rende necessaria una manovra di cessione di elementi di mercato di alto profilo. Questa necessità, tuttavia, coesiste con un profondo disappunto tra i tifosi rossoneri, che vedono in Reijnders uno dei pochi bagliori in un’annata altrimenti segnata da delusioni e risultati insufficienti.L’olandese, arrivato in Lombardia con una discrezione che non corrispondeva al suo talento, si è rapidamente imposto come uno dei giocatori più consistenti e influenti del Milan. La sua capacità di intercettare, distribuire il gioco e impostare l’azione, unita a una notevole intelligenza tattica e un’etica del lavoro encomiabile, lo hanno reso un elemento imprescindibile per il tecnico. La sua cessione, quindi, priva il Milan di un motore cruciale, sollevando interrogativi sulla capacità del club di compensare adeguatamente questa perdita, sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo.Al di là dell’aspetto puramente economico, la cessione di Reijnders evidenzia una più ampia riflessione sullo stato di salute del calcio italiano e sulle dinamiche sempre più impietose del mercato internazionale. La capacità dei club inglesi, sostenuti da risorse finanziarie nettamente superiori, di attrarre i migliori talenti, anche da realtà che, come il Milan, aspirano a competere ad alti livelli, rappresenta una sfida costante per il calcio europeo. La partenza di Reijnders, pur liberando risorse per nuove strategie di mercato, lascia l’amaro in bocca a una tifoseria che sperava di vederlo protagonista in un futuro più roseo per il Milan.