Ad Ancona, in piazza Roma, l’energia vibrante di “Seven Nation Army” fa da sottofondo a un momento cruciale.
Matteo Ricci, volto del Partito Democratico e candidato a Presidente della Regione Marche, sceglie un approccio diretto, immersivo, preferendo attraversare la folla prima di salire sul palco.
Un gesto simbolico, un ponte tra lui e la cittadinanza, preludio alla sfida che lo attende contro il presidente uscente, Francesco Acquaroli, nell’imminente scrutinio regionale.
La piazza palpita di un’attesa che va oltre la semplice partecipazione a un comizio.
C’è chi cerca un contatto fugace, un selfie che testimoni la vicinanza al candidato.
Altri, spinti dall’entusiasmo, offrono un abbraccio caloroso.
Ricci risponde con un sorriso, assorbendo l’affetto che emana dalla folla, un mare di volti incorniciato da bandiere e striscioni che rappresentano le diciotto liste che lo sostengono.
Un mosaico politico trasversale, che spazia da Italia Viva a Rifondazione Comunista, passando per l’appoggio inaspettato del Movimento 5 Stelle e dell’Alleanza Verdi e Sinistra (Avs), un fronte ampio che mira a riconquistare Palazzo Raffaello.
“Questa piazza è un messaggio chiaro,” esordisce Ricci a margine dell’evento, “un popolo che rifiuta la rassegnazione, che non accetta una regione relegata ai margini, soffocata da scelte politiche discutibili.
” La richiesta che emerge è chiara: una regione che riponga al centro la tutela dei più vulnerabili, il rafforzamento del tessuto sociale e il rilancio di una sanità pubblica in stato di profonda crisi.
Si chiede una regione che si faccia sentire, che riaffermi la propria identità e il proprio ruolo, per recuperare competitività in un contesto economico globalizzato e particolarmente complesso.
Ad aprire le danze sul palco, la segretaria regionale del Pd, Chantal Bomprezzi, che cede poi la parola al deputato del M5se, Giorgio Fede.
A seguire, si susseguono gli interventi dei rappresentanti delle liste a sostegno del candidato, delineando le priorità programmatiche: la rivitalizzazione delle aree interne, la difesa dei diritti civili e un piano organico di rilancio dell’economia regionale, pilastro fondamentale per il futuro della collettività marchigiana.
Ricci lancia una provocazione al suo avversario, invitandolo a riflettere sull’esempio toscano, auspicando una scelta politica basata sulla lungimiranza e il bene comune.
“Sono profondamente legato alla mia storia, alla mia formazione politica,” confida Ricci, con un tono intriso di commozione.
“Vengo da una famiglia umile, le cui radici affondano nel lavoro e nel sacrificio.
Mio nonno paterno, minatore a Charleroi, mi ha insegnato il valore del sudore, la dignità del lavoro manuale.
Oggi, ho l’onore e la responsabilità di rappresentare le Marche, di onorare la memoria dei miei antenati, di restituire alla comunità ciò che mi è stato dato.
” Un percorso fatto di impegno, di dedizione, di consapevolezza del proprio ruolo, al servizio della propria terra.
Un percorso che, si spera, porterà una ventata di cambiamento e di speranza per il futuro della regione.