Il sipario storico fa ritorno al Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti di Spoleto, segnando la conclusione di un percorso di recupero venticinquennale e aprendo un nuovo capitolo per il prestigioso teatro umbro. L’imponente restituzione, orchestrata dalla Coobec, Cooperativa Beni Culturali, rappresenta il culmine di un impegno collettivo che ha visto l’impiego di risorse economiche e competenze specialistiche, sancendo un trionfo della collaborazione pubblico-privata e del valore della memoria storica.L’intervento, finanziato in parte dalla generosa donazione della società AgriEuro srl, attraverso l’Art Bonus, e cofinanziato dall’amministrazione comunale, ha superato il costo di 200.000 euro, testimoniando la complessità e l’importanza del lavoro di restauro. Il riconoscimento ottenuto nell’ambito del Concorso Art Bonus 2025, con il primo posto nella categoria Beni e Luoghi della Cultura, sottolinea il valore artistico e culturale dell’opera e l’impatto positivo dell’iniziativa. La traslazione dell’opera, un’operazione delicata che ha richiesto la coordinazione di una squadra di dieci professionisti, dal laboratorio di Santo Chiodo al teatro, ha messo in luce le dimensioni monumentali del sipario: quasi 12 metri in altezza e oltre 13 metri in larghezza, un vero e proprio affresco che domina il palcoscenico. Il bene, di proprietà del Comune di Spoleto, necessitava di un intervento urgente, a causa dei danni causati dall’umidità, dalle deformazioni della tela e dalle scuciture, minacce costanti alla sua integrità.La tela, realizzata nel 1860 dal pittore Francesco Coghetti, è una narrazione visiva di un evento leggendario: la sconfitta di Annibale sotto le mura di Spoleto. L’opera si distingue per la sua notevole energia espressiva, resa attraverso un sapiente utilizzo di colori vibranti e contrastanti, che accentuano il senso di movimento e drammaticità. La composizione, divisa orizzontalmente, illustra due momenti cruciali: la battaglia campale, raffigurata nella parte inferiore, e la reazione della popolazione spoletina, che, secondo la tradizione, affrontò gli assalitori cartaginesi con l’olio bollente, lanciato da un bastione semicircolare. Questo dettaglio, avvolto nella leggenda, conferisce all’opera un significato simbolico profondo, legato all’identità e all’orgoglio della comunità spoletina.Il ritorno del sipario al Teatro Menotti non è semplicemente un atto di restauro, ma una celebrazione della cultura, della storia e dell’ingegno artistico. Come sottolineato dal sindaco Andrea Sisti, il progetto restituisce alla città un patrimonio inestimabile, consolidando il ruolo del teatro come fulcro della vita culturale e artistica locale, un luogo di incontro e di ispirazione per le generazioni future, un potente simbolo del legame tra passato e presente. Il sipario, ora, riprende il suo posto, pronto a raccontare la sua storia, a emozionare e a ispirare il pubblico.
Ritorna al Teatro Menotti il sipario storico: un trionfo di memoria e ingegno.
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