La Triestina, emblema calcistico di una città e di un territorio con una storia antica e profonda, ha evitato l’abisso del fallimento in circostanze che hanno tenuto con il fiato sospeso un’intera comunità di tifosi. A pochi istanti dalla scadenza imposta, un intervento finanziario in extremis ha permesso di saldare i debiti imposti, garantendo la possibilità di accedere al campionato di Serie C per la stagione 2025/26. La vicenda, densa di tensione e incertezza, culmina con il deposito presso la Lega Nazionale la documentazione necessaria, un atto formale che sancisce la permanenza della società nel panorama calcistico nazionale.L’intervento, quantificato in circa tre milioni di euro, ha permesso di onorare gli impegni contrattuali relativi agli stipendi degli atleti e dello staff tecnico, coprendo i mesi di marzo e aprile, e di fornire la garanzia fideiussionaria essenziale per l’ammissione al campionato. Questo sollievo immediato, tuttavia, non cancella le radici profonde di una crisi pluriennale, caratterizzata da cicli ricorrenti di difficoltà economiche che hanno messo a dura prova la tenacia e la passione dei sostenitori biancorossi.La figura del presidente Ben Rosenzweig emerge come fulcro di questa risoluzione, orchestrando un afflusso di capitali provenienti da nuovi investitori statunitensi. Questi capitali, integrati nel fondo Lbk attraverso una società di capitali costituita di recente, rappresentano una speranza di stabilità e di sviluppo per il futuro della Triestina. L’identità precisa di questi nuovi stakeholder rimane per il momento avvolta nella riservatezza, alimentando la curiosità e le aspettative di una tifoseria desiderosa di conoscere i dettagli di questa nuova partnership.La vicenda pone interrogativi cruciali sul modello di gestione sportiva e sulla sostenibilità finanziaria di una realtà calcistica come la Triestina. La dipendenza da investimenti esterni, seppur salvifici in questo frangente, non può rappresentare una soluzione strutturale ai problemi di fondo. La ricerca di un equilibrio tra passione popolare, gestione professionale e sviluppo di un solido piano industriale diventa imperativo per garantire la continuità e la prosperità del club, preservandone l’eredità storica e il legame indissolubile con la città di Trieste. L’arrivo dei nuovi investitori, dunque, non è solo un atto di salvaguardia, ma anche l’inizio di una nuova fase, che dovrà essere caratterizzata da trasparenza, innovazione e un profondo impegno verso la comunità triestina.
Salvataggio in extremis: La Triestina resta in Serie C
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