mercoledì, 25 Giugno 2025
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Salvini contro Saviano: botta e risposta in tribunale

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Nel corso della sua deposizione dinanzi al tribunale monocratico di Roma, nel processo che vede Roberto Saviano imputato per diffamazione, il ministro Matteo Salvini ha contestato con fermezza le accuse, definendo le espressioni utilizzate dallo scrittore come un attacco personale inaccettabile e lesivo della sua dignità, sia in quanto figura politica di rilievo, sia come cittadino e leader di un partito.Salvini ha espresso un profondo disagio per le accuse di una presunta affinità con la criminalità organizzata, in particolare con la ‘ndrangheta, giudicandole non solo infondate ma anche profondamente offensive, in quanto contraddicono il suo impegno e la sua carriera dedicati alla lotta contro le organizzazioni criminali. Ripercorrendo il contesto di quando i post incriminati furono pubblicati – un periodo in cui ricopriva la carica di Ministro dell’Interno da pochi giorni – il ministro ha dichiarato di essere venuto a conoscenza di tali affermazioni proprio attraverso gli uffici e le comunicazioni ministeriali.L’importanza della vicenda risiede anche nella vasta audience di Saviano, con milioni di follower, amplificando enormemente la portata e l’impatto delle accuse. Salvini ha sottolineato come tali dichiarazioni, veicolate su una piattaforma di ampia diffusione, abbiano potenzialmente danneggiato la sua immagine pubblica e compromesso la fiducia che i cittadini ripongono nelle istituzioni.La discussione si è estesa anche alla questione delle scorte di sicurezza, un tema delicato che ha coinvolto sia Salvini che Saviano. Il ministro ha dichiarato di non considerare l’assegnazione delle scorte un privilegio, ma una misura di sicurezza necessaria, sottolineando di condividere con l’imputato questa condizione. Ha inoltre negato di aver mai agito contro Saviano in modo pregiudizievole o lesivo, ribadendo il suo rispetto per il lavoro di denuncia del fenomeno criminale, pur contestando con fermezza le accuse rivolte a suo carico. L’episodio solleva interrogativi complessi sul confine tra critica politica, diritto alla cronaca e tutela dell’immagine pubblica, evidenziando la crescente difficoltà di conciliare la libertà di espressione con la responsabilità di evitare affermazioni diffamatorie e infondate, soprattutto in un’epoca dominata dai social media e dalla rapida diffusione di informazioni.

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