La situazione del sistema sanitario provinciale di Agrigento continua a generare profonda inquietudine, alimentata da segnalazioni sempre più frequenti e allarmanti. L’episodio recentemente portato alla luce, che vede un paziente in attesa di due interventi specialistici prescritti come urgenti – una visita chirurgica generale e una colonscopia – esposto a tempi di attesa rispettivamente di 55 e 200 giorni, rappresenta una punta di iceberg di una crisi sistemica più ampia.La testimonianza del capogruppo della DC all’ARS, Carmelo Pace, non è un caso isolato, ma il vertice di una montagna di lamentele che affiora quotidianamente, testimonianza diretta della disconnessione tra le promesse di riorganizzazione e l’esperienza vissuta dai cittadini. Queste segnalazioni non sono semplici disagi, ma riflettono un baratro tra il diritto costituzionale alla salute e la sua effettiva fruibilità.L’annuncio, pochi giorni fa, del direttore generale dell’ASP di Agrigento, Giuseppe Capodieci, riguardante l’azzeramento delle liste d’attesa, appare a Pace come un artificio contabile, un mero esercizio di bilancio privo di riscontro concreto. La retorica del “tutto risolto” stride violentemente con la realtà tangibile che si manifesta nelle difficoltà dei pazienti.L’onesto e necessario appello di Pace è chiaro: gli annunci devono tradursi in azioni concrete e misurabili, perché i fatti, implacabili, restituiscono un quadro ben diverso da quello dipinto ufficialmente. La sanità agrigentina, nonostante le dichiarazioni di facciata, mostra segni di profonda criticità, mettendo a repentaglio il diritto fondamentale alla cura e alla prevenzione in tempi ragionevoli.Anche l’intervento del deputato pentastellato Angelo Cambiano, che aveva già espresso riserve sull’effettivo azzeramento delle liste, sottolinea la necessità di un’analisi più approfondita e trasparente. La disponibilità del direttore generale Capodieci a fornire chiarimenti ai deputati è un segnale positivo, ma non può sostituire un’azione decisa e strutturale per affrontare le cause profonde del problema.La crisi attuale non è solo una questione di gestione delle risorse umane o finanziarie, ma riflette una più ampia riflessione sul modello di assistenza sanitaria in atto. È necessario un ripensamento radicale che coinvolga tutti gli attori del sistema, dalla politica alla classe medica, per garantire che i diritti dei pazienti siano al centro di ogni decisione e che la sanità agrigentina torni ad essere un servizio efficiente, equo e accessibile a tutti. L’urgenza è chiara: non si tratta più di “azzerare” liste, ma di ricostruire la fiducia dei cittadini in un sistema sanitario che troppo spesso appare lontano dai loro bisogni reali.
Sanità Agrigento: Liste d’attesa infinite, crisi di fiducia.
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